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Attraverso "la Via di Montebardone"

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territorio di roma al tempo dei LongobardiLa Strada conosciuta come Via Francigena nasce dal percorso che i Longobardi intrapresero per scendere fino alla penisola italiana. Tale itinerario prese il nome da "Mons Langobardorum"; italianizzato in "Via di Montebardone". Lo stesso fu anche conseguente all'esigenza dei suddetti di mettere in comunicazione

il regno di Pavia con i ducati meridionali mediante un corridoio interno al sicuro dalla sfera d'influenza Bizantina. Non solo strade consolari, ma anche "vie vicinali raccordate tra loro, poco più che una traccia sferrata, guadi e curve impervie, capaci di condurre, attraverso le strutture ricettive intermedie, alla meta." L'infrastruttura stradale era caratterizzata da stazioni di posta fortificate ed i Longobardi erano abili nel "percepire l'importanza strategica delle località"; quindi le medesime furono collocate sulle alture. Detto percorso attraversava un "vero e proprio territorio munito, attestato su una rete di fortificazioni. Più che alla comodità dei collegamenti era data importanza maggiore al sistema difensivo, quindi quasi tutte le stazioni di posta intermedie erano attestate su alture." Alcune di queste informazioni sono presenti nel volume "La Via Francigena. Una strada europea nell'Italia del Medioevo" a firma di Renato Stopani, geostorico nonché Presidente dei Centri Studi “Chiantigiani Clante” e “Romei”. A sostegno di quanto appena scritto è fondamentale mettere in luce l'origine Longobarda di alcuni toponimi e nel nostro territorio ce ne sono alcuni che hanno un "legame diretto o indiretto con la dominazione longobarda" (568-774). Tale termine lo troviamo altresì nella provincia di Roma: "Tenuta del Passo Lombardo", alle falde settentrionali dei Colli Albani; "Castel Lombardo" nell'area di Torrimpietra; "Costa Lombarda", presso il corso del fiume Mignone. Ricordiamo che non furono influenti gli assedi di Roma di Agilulfo (592), Liutprando (739) e Astolfo (756). Invece è da citare sicuramente la presenza di una nutrita colonia di Longobardi, che per molti secoli furono "al servizio dei connazionali, giunti in Pellegrinaggio da ogni parte del Regno." Detta colonia nacque probabilmente nello stesso periodo che Re Desiderio (771) incontrò Papa Adriano I, oppure con Papa Leone III (795-816) ed ebbe due sedi: la prima vicino l'attuale Porta Cavalleggeri, affiancata dalle <<scholae Francorum et Saxonum>> a favore dei Franchi e Sassoni. La seconda, invece, nei pressi del Mausoleo di Adriano, nell'Ospedale e nell'annessa Chiesa di San Nicolò de Tufis, poi demolita per far spazio all'attuale San Carlo al Corso, detto anche Sant’Ambrogio, in onore del famoso Vescovo di Milano. Tutta quell'area prese il nome di "Longobarda", rimasto poi nel "Largo dei Lombardi" e nella "Via Longobarda" o "Lombarda" (attuale via delle Colonnette; Rione IV, Campo Marzio). L'esistenza nella campagna romana di dipendenze di tale comunità è ricordata dai nomi suddetti "Passo e Castel Lombardo, e del Monte dei Longobardi", tant'è che compaiono inoltre in un documento del 2 agosto 1098, relativo alla vendita, tra privati, di una vigna <<possita (sic) extra porta Sancti Petri apostoli in loco qui vocatur Monte Langobardorum in clusa Sanctorum Iohannis et Pauli.>> La ricerca di terre fertili dove potersi stanziare, senza dover subire aggressioni da parte di Franchi e Avari, spinse i Longobardi, guidati da Alboino, a lasciare la Pannonia (regione incastonata tra i fiumi Danubio ed il Sava ) e ad attraversare le Alpi Orientali (2 aprile 568) per penetrare nella Pianura Padana. In quella fase i Bizantini erano convinti di dover fronteggiare un'invasione di breve durata e non un pericolo permanente, tant'è che "opposero scarsa resistenza, chiudendosi nelle città meglio fortificate in attesa del passaggio della bufera." Conquistarono tutta l'Italia Settentrionale, tranne poche fortezze, che costituirono il nucleo dell'Esercato Ravennate. Alboino, dopo l'assedio di Pavia, penetrò nella penisola "occupando la maggiore quantità di territorio possibile." A tal proposito, il monaco e storico Paolo Diacono scrisse nel II Volume, capitolo XXVI della sua opera monumentale "Historia Langobardorum": 

<<Interim Alboin, eiectis militibus, invasit omnia usque ad Tusciam, praeter Romam et Ravennam vel aliqua castra quae erant in maris litore constituta. Nec erat tuncvirtus Romanis, ut resistere possint, quia et pestilentia, quae sub Narsete facta est, plurimos in Liguria et Venetiisextinxerat, et post annum, quem diximus fuisse ubertatis, fames nimia ingruens universam Italiam devastabat.Certum est autem, tunc Alboin multos secum ex diversis, quas vel alii reges vel ipse ceperat, gentibus ad Italiamadduxisse. Unde usque hodie eorum in quibus habitant vicos Gepidos, Vulgares, Sarmatas, Pannonios, Suavos,Noricos, sive aliis huiuscemodi nominibus appellamus.>>

Altri centri abitati, allora sotto il controllo dei Bizantini, furono conquistati dai Longobardi, tra cui: Viterbo e Bolsena (593); Tarquinia, Tuscania e Bisenzio (595); Bagnoregio e Orvieto (605). I Bizantini dovettero "abbandonare il corridoio difensivo attraversato dalla Via Cassia, appoggiato a Sud-Ovest ai Monti Volsini ed ai Cimini ed a Nord-Est al Tevere ed al Paglia. Non trovando altro punto favorevole dovettero retrocedere su un nuovo fronte, rimasto immutato fino alla fine dell'VIII secolo ed i cui caposaldi furono i Monti della Tolfa, lo stesso Mignone, i Monti Sabatini e Cimini. Un ruolo chiave ebbero Sutri e Bolsena, entrambe sedi vescovili, sotto l'autorità di Roma; la seconda città fu circondata dai "Longobardi del Ducato di Tuscia, che con il beneplacito regio sfruttarono la testa di ponte lungo il corso del Mignone per smuovere ripetuti attacchi contro il territorio bizantino."

1. Contuna

Fonti Bibliografiche:

"La Via Francigena. Una strada europea nell’Italia del Medioevo" di Renato Stopani;  Le Lettere; Firenze; 1988.

"Le carte antiche dell'Archivio Capitolare di S. Pietro in Vaticano" di L. Schiaparelli, in ASRSP, 24-1901, pag. 495 sg (nr. XXX).

"Historia Langobardorum" Paolo Diacono, Vol. II, Cap. 7.

"Historia Langobardorum" Paolo Diacono, Vol. II, Cap. 26.

 "Historia Langobardorum" Paolo Diacono, Vol. IV, Cap. 8

"I Vescovadi italiani durante l'invasione longobarda" in <<Longobardi>>, di L. Duchesne, 1974, pag. 366.

"La toponomastica archeologica della Provincia di Roma", Vol I, Roma, 1996, pag. 271 - 273 e 281.

 

Nella foto: Cartina indicante "Il territorio di Roma al tempo del Regno e dei Ducati Longobardi"

© Riproduzione Riservata 

 

 

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