Giuseppe Garibaldi nelle parole della pronipote Anita, alla volta di Caprera

CIVITAVECCHIA - <<Un evento che si ripete e rinnova dal 1897 e che ha legato i popoli, generazione dopo generazione, nel ricordo di un uomo che ha donato sé stesso all’Italia perché andasse verso l’Europa e ne divenisse infine il baricentro; come dovrtebbe essere anche adesso>>.

Ha presentato così, ieri pomeriggio, la signora Anita, la tappa civitavecchiese del “pellegrinaggio dei Garibaldini”, emblematicamente alla volta di Caprera. Tappa in cui si è reso onore all’Eroe dei due Mondi altresì grazie all’apposizione di una corona presso il Monumento dedicato al medesimo e caratterizzante l’omonimo Viale. <<Ognuno può tenerlo nel cuore - ha detto, teneramente, rivolgendosi ai presenti ( o almeno a quelli non intenti in un irrispettoso chiacchiericcio che stava peraltro per trasformarsi in caciara ). Egli ha lottato per un pianeta in cui, sebbene si andasse verso il profitto, quest’ultimo non dovesse essere a beneficio solamente di pochi. Nel mondo, invece, ci sono tuttora milioni di persone che muoiono di fame>>. Da qui, l’esigenza di insegnare e far capire ai propri figli e nipoti ( lei ne ha, rispettivamente, 5 e 17 ) la Storia del Risorgimento <<che nelle Scuole non si insegna più>>. Ciò, perché siano coscienti dell’identità italiana e consapevoli di un qualcosa che gli altri, di fatto, ci invidiano. <<Egli avrebbe voluto fare, in Roma, il Porto di Londra, con agganci a Civitavecchia e Fiumicino. Immaginate solo cosa sono riusciti a fare gli Inglesi sul Tamigi; pensate a quel centro mondiale di benessere>>. Ed infine: <<Quando vi abbiamo davanti, in occasioni come questa, vediamo nei vostri occhi dell’affetto; e questo ci spinge ad andare avanti. Tra Giuseppe Garibaldi e questa Città - ha ricordato concludendo - c’è sempre stato un rapporto particolare. Viva Civitavecchia; viva i Garibaldini!>>.