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Magnifico esempio di convivenza tra vari stili di ArchitetturaVITERBO - Teatro romano di Ferento, una perla incastonata nel verde della Tuscia viterbese visitabile al pubblico grazie ai volontari dell'Associazione "Archeotuscia Onlus". A circa 8 km a nord-est di Viterbo, sopra circa trenta ettari di terreno, sorgono le antiche rovine della città romana di Ferento, un magnifico esempio di convivenza tra architettura etrusca, romana e medievale. Al nostro arrivo siamo stati accolti da Simonetta, volontaria della predetta Associazione, che ci ha condotto in un viaggio nel passato narrandoci la storia di questo stupendo sito archeologico. Visibili alcuni resti di edifici pubblici, del teatro stesso, dell'anfiteatro (parzialmente), delle terme ed altro ancora. L'abitato era attraversato dalla via Ferentiensis che metteva in collegamento la via Cassia con la valle del Tevere e, attraversando Ferento, ne costituiva il decumano maximus. Alcune importanti personalità del passato sono nativi di questo sito, solo per citarne alcuni: l'imperatore Marco Salvio Otone (regnò nel 69 d.C.); Flavia Domitilla, moglie dell'Imperatore Vespasiano e madre di Flavia Domitilla Minore; Tito e Domiziano (questi ultimi due furono imperatori romani). Nei primi del '900 il sito venne portato alla luce dall'archeologo Luigi Rossi Danielli che, in sinergia con la "Società Archeologica Pro-Ferento", portò avanti ricerche e scavi. Dal 1925 al 1928 la Soprintendenza alle antichità di Roma proseguì gli scavi del teatro dove furono rinvenute ben nove Muse della mitologia classica, ubicate nelle nicchie dell'ordine inferiore del proscenio e una copia del Pothos dello scultore Skopas, presso la cavea, attualmente conservati presso il Museo Nazionale della Rocca Albornoz di Viterbo. Servizio esclusivo e foto di Sara Fresi |
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