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Al Sala Gassman la toccante testimonianza di Giuliana SgrenaCIVITAVECCHIA - “Il viaggio di Nicola Calipari” giunto, sabato scorso, al Nuovo Sala Gassman, ha lasciato così un pubblico emozionato dinnanzi alla ricostruzione del rapimento di Giuliana Sgrena avvenuto il 4 febbraio del 2005 a Baghdad ove la Giornalista svolgeva il ruolo di inviata. Interminabili 30 giorni di prigionia che finirono dopo lunghe trattative; poi quel “fuoco amico” che comportò infine la morte dell’Agente del Sismi, Nicola Calipari che nel mentre, coprendo con il proprio corpo quello della Sgrena, riuscì a portarla in salvo. Paura, terrore, momenti tragici e di sconforto, sentimenti vissuti e rievocati sulla scena. Con l’annuncio della sua liberazione arrivò la gioia, la speranza di uscire da quel luogo buio. Ed eccoci in Tribunale per la ricostruzione dei fatti con i due attori Fabrizio Coniglio ed Alessia Giuliani che si alternano nelle parti di Pubblico Ministero ed interrogato, mettendo a confronto le dichiarazioni della stessa Sgrena e quelle del mitragliere americano Mario Lozano. Lo spettacolo in oggetto è tratto da documenti autentici come il diario di prigionia, le frasi ed i commenti del detto Agente ed il rapporto sulle dinamiche descritte nel documento ufficiale della delegazione italiana in Iraq, composta dal Generale Capregher e dall’Ambasciatore Ragaglini. Al termine dello spettacolo, la medesima è salita sul palco e, rispondendo a delle domande, ha raccontato alcuni passaggi: <<Calipari ha rappresentato la mia salvezza. Furono sparati 57 colpi; l’unica mia parte scoperta era la spalla, dove fui appunto colpita. I rapitori lasciarono intuire di una trattativa; questa notizia mi dava speranza, ma non sapevo quali ne fossero i contenuti; solo successivamente seppi che la medesima fu mandata avanti dallo stesso Calipari. In quel momento i Giornalisti davano fastidio, in quanto fornivano informazioni e facevano circolare le notizie. Questa rappresentazione è stata effettuata anche davanti alla moglie Rosa, a rappresentanti del Governo e ad altre alte Autorità, tra cui il Premier Enrico Letta. E’ come se fosse stato fatto il secondo funerale di Calipari. Provo una grande emozione e contraddizione tra l’essere stata lì ed essere qua, provo sofferenza. È importante raccontare questa storia per non dimenticare, ricordando che il suo ultimo gesto prima di morire fu, come detto, quello di coprire un’altra persona>>.
Servizio e foto di Sara Fresi
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