"Pyrgi nel degrado"

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Dettagliata denuncia da parte di "un cittadino amante del territorio"

SANTA SEVERA - <<Se durante una passeggiata al Castello di Santa Severa, vi capitasse di leggere su un cartello la parola Pyrgi, voi a cosa pensereste? Beh, senza farvi riflettere troppo, vi dico che Pyrgi era uno dei luoghi

più importanti dell’antica Etruria; è noto per essere stato il porto dell’antica Caere. Dal 1957 ad oggi, la cattedra di Etruscologia dell’Università Sapienza di Roma, sulla spiaggia a sud del Castello, ha riportato alla luce i resti di un vasto santuario etrusco datato VI-V sec. a.c. Vista l’enorme importanza del ritrovamento, dalla fine degli anni ’50, su quest’area è stato posto il vincolo archeologico, che comprende anche la spiaggia e lo specchio acqueo di fronte alla suddetta area. Vi starete chiedendo, ma perché ci stanno raccontando tutto questo? Durante l’estate, la fascia costiera tra il Castello, Pyrgi e le sabbie nere diventa una spiaggia aperta a tutti. Ho visto personalmente che percorrendo il viale del Castello stesso, dal parcheggio situato prima della zona archeologica, e costeggiando la rete rigida verde si arriva ad un tratto di recinzione aperta che permette il libero accesso alla spiaggia e quindi all’area sacra. Sembra assurdo, ma in questo sito nominato da studiosi di tutto il mondo, il degrado, i rifiuti che si accumulano nella stagione estiva e l’indifferenza lo equiparano ad una delle tante spiagge italiane. In più, nella notte di Ferragosto, lo spiazzo di terreno antistante il santuario etrusco si trasforma in discoteca, dove si organizzano feste e rave party con falò e veri accampamenti di tende. Perché non proteggere questo angolo di paradiso, magari, come si vocifera, inserendolo in un’area naturalistico-archeologica protetta?>> Quanto sopra, in una lettera giuntaci in Redazione da parte di “un cittadino amante del territorio” che, reputando giustamente il sito in oggetto degno di maggiore attenzione, rivolge apposito appello a Soprintendenza, Università, Forze dell’Ordine, Comandante dei Carabinier per la Tutela del Patrimonio Culturale ed a quant’altri di competenza a ché si proteggano dette aree archeologiche <<impedendone il danneggiamento e gli scavi clandestini>>

Foto gentilmente concessa

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