Condottiero e mercenario

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In questa puntata della Rubrica Storicamente abbiamo intervistato il soldato di ventura Ciarpellone. Egli era un famoso condottiero e mercenario che, nella prima metà del '400, si aggirava nel nostro territorio e nel vicino entroterra. 

 Condottiero Ciarpellone, qual buon vento lo portò nel nostro territorio?

<<Correva l'anno 1442 quando fui incaricato dal Sovrano Francesco Sforza (Primo Duca di Milano, ndr), di andare dalla Marca, nel territorio di Toscanella. Al mio seguito, oltre 500 cavalli e fanti pronti a far guerra continua con le terre della Chiesa.>>

In quel periodo quali Signori dovette affrontare?

<<Sfidai il Signor Ranuccio da Farnese; il conte Averso da Ronciglione, che stava in Vetralla; Paolpiero della Cerbara, qual teneva Bolsena ed altri ancora. Avevo l'incarico di far guerra con tutto il Patrimonio, salvo che ad Orvieto, perché lì c'era il conte Francesco, e lì aveva mandati li Toscanesi sospetti.>>

Ancora la stanno cercando per aver rovinato a molti il Natale del 1442. Cosa accadde di preciso?

<<Ricordo bene quel Natale. Ero a Viterbo, dove catturai 3.500 pecore, 40 bovi e tre prigioni. Poi mi diressi verso Tolfa e Civitavecchia.>>

Da alcune cronache di allora ci risulta che anche nella nostra cittadina marinara fece delle scorrerie.

<<Ebbene sì. Era gennaio del 1443 quando catturai oltre 20.000 pecore de' Norscini e altre persone, che stavano in detta maremma, e senza alcun impedimento passai il ponte del Mignone e mi diressi verso Toscanella. Il conte Averso dell'Anguillara, governatore dell'armi papali nella provincia, sentita la cavalcata, mi venne incontro minaccioso da Vetralla. Vidi le brutte e allora corsi verso Corneo, feci circa un centinaio di prigionieri. Dopodiché cavalcai in due divisioni: l'una in direzione di Roma, da Camposalino sino a Malagrotta, dove catturai un migliaio di vacche e, l'altra, in direzione di Civitavecchia. Arrivato nella cittadina marinara, quando seppi in quali magazzini o su quali banchine del porto giaceva grande quantità di merce, ne misi le mani rapaci. Vino, olio, formaggio, cuoio, ferro e tanto altro era lì che attendeva il mio arrivo.>>

Come riuscì ad entrare nel porto?

<<Diedi battaglia a coloro che si ponevano dinnanzi a me. Utilizzai delle scale per salire dall'altra parte delle mura ed infuocai la porta. Feci razzia di tutta quella mercanzia che potevo sottrarre. Non rimasi molto in quel posto, me ne tornai nella mia Toscanella, dove arrivai il 17 maggio del '43.>>

In aiuto del Papa arrivarono i rinforzi inviati dal Re di Napoli ed a Civitavecchia tornarono i castellani nominati dal Papa.

<<Da Orvieto e per Viterbo scese a Civitavecchia l'allora capitano della Chiesa Nicolò Piccinino. Al contempo, il pontefice chiese aiuto e collaborazione ad Alfonso I Re di Napoli, conosciuto da tutti come Il Magnanimo. A quel punto mi sentii alle strette. Ero in difficoltà, il mio esercito era stremato e dovetti tornare nelle Marche da dove ero venuto. Abbandonai quelle terre che tornarono presto sotto il dominio della Chiesa.>>

La sua vita fatta di scorrerie ed avventure si concluse in modo triste, fu giustiziato per ordine del suo stesso sovrano Francesco Sforza.

<<Nelle Marche ad attendermi ci fu la morte. Divenni un personaggio scomodo anche per il mio sovrano, il conte Sforza, che allora si trovava nella città di Fermo. Egli si ricordò di alcuni miei tradimenti, quindi mi fece impiccare e squartare la domenica del 29 novembre 1944.>>

Fonti:
R. Deputazione sugli studi di storia patria per le provincie di Toscana, dell'Umbria e delle Marche; Documenti di Storia Italiana; Tomo V.
Ignazio Ciampi, Cronache e Statuti della Città di Viterbo, 1872, Firenze.
Carlo Calisse, Storia di Civitavecchia, Vol.I, 1936, Firenze.
Alberto Guglielmotti, Storia della Marina Pontificia nel medio evo dal 728 al 1499, anno 1871, Firenze.

Sara Fresi

© Riproduzione riservata

Nella foto, tratta da www.filmscoop.it, il condottiero Ettore Fieramosca (interpretato dal celebre attore Bud Spencer) protagonista del film "Il soldato di ventura", pellicola storico-grottesca nella quale viene affrontata la "disfatta di Barletta" del 1503. Alcune scene sono state girate anche nella vicina Tarquinia. Si suggerisce la visione del film.

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