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La ripristinata Compagnia dei Gesuiti

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Gesuiti Quadro Storicamente 1Siamo all'interno del maestoso Palazzo Braschi, dove è ospitato il Museo di Roma, e la nostra attenzione viene catturata dal dipinto ad olio su tela, anno 1763, realizzato da Charles François Lacroix de Marseille. Lo osserviamo bene e leggiamo sull'etichetta "Festa notturna nella darsena di Civitavecchia in occasione dell'arrivo

dei Gesuiti espulsi dal Portogallo". In questa veduta notturna il Porto di Civitavecchia illuminato da torce e luminarie, accoglie (secondo le direttive del Papa Clemente XIII Rezzonico) quelli espulsi nell'ottobre del 1759 da Giuseppe I. La folla in primo piano si accalca per assistere allo spettacolo delle luci; inoltre sono raffigurati, a destra, una fontana e, a sinistra, la poppa di un galeone che reca lo stemma del precedente Papa, Benedetto XIV Lambertini. La nostra curiosità ci spinge ad affrontare tre personaggi che possono fornirci un quadro generale ma esaustivo dell'opera: Monsignor Vincenzo Annovazzi (il buono), Giuseppe Orebich (il capitano) ed il Ministro Sebastiano Giuseppe di Carvaglio (il cattivo).

Padre Annovazzi, ci dica chi fu uno dei principali attori che si mosse contro la Compagnia del Gesù?

 <<Sebastiano Giuseppe di Carvaglio, principale Ministro di Giuseppe I re di Portogallo, aprì l'adito alla catastrofe. Egli, con inaudita ingratitudine e congerie di falsissime accuse, allontanò primieramente i Gesuiti dalla corte, e quindi dando a credere esser eglino rei d'una congiura ordita contro del re prese motivo d'imprigionarne alcuni, che non furono mai esaminati.>>

Ed il Pontefice come reagì dinnanzi a questa situazione?

<<Il tutto fu riferito al Sommo Pontefice in Roma, si fè questi sollecito di commettere ad un tribunale misto ecclesiastico in Portogallo la proceduta di una tal causa con facoltà eziandio di punire i rei, meno i vescovi e prelati, de' quali a sé riservò il giudizio, così come è riportato in un Breve dell'11 Agosto 1759. Nello stesso tempo Clemente XIII scrivendo al re, lo persuadeva a non procedere ad un'espulsione della Compagnia, ed a non confondere così i rei con gl'innocenti.>>

Ministro Carvaglio quale fu il motivo che la spinse a tale gesto?

<<Ero pieno di odio contro quella Società, presi a scherno le ammonizioni del Pontefice, e con ardita risoluzione ordinai subito la partenza di tutti i Gesuiti dal regno di Portogallo.>>

Quando avvenne la prima partenza?

 <<Quasi un mese dopo dalla data delle lettere Apostoliche, mentre nel dì 16 settembre dell'anno stesso - 1759 - sopra alcuni legni imbarcatasi una gran parte di questi abbandonarono il patrio suolo, e qualunque officio che gl'incombeva a seconda dell'istituto.>>

Dove erano dirette queste imbarcazioni cariche di Gesuiti?

<<Prescrissi ai capitani conduttori, che la prora diriggessero verso lo stato pontificio, ed i religiosi depositassero nel porto di Civitavecchia.>>

Ministro o Marchese di Pombal, ci dica, cosa fece il Pontefice, oltre all'accoglienza, per preservare questo ordine?

<<Ricordo che il 12 Gennaio 1765, Papa Clemente XIII, promulgò la bolla "Apostolicum Pascendi" per rinnovare vicinanza, sostegno ed approvazione di quei Gesuiti. Mi scagliai subito contro questa bolla, mi opposi fortemente. Quando Maria, la figlia del defunto re Giuseppe I, salì al trono in qualità di Regina del Portogallo mi depose ed assoggettò ad una causa che rischiai la condanna a morte, ma la Regina mi commutò la pena in un esilio.>>

Monsignor Annovazzi, come fu l'accoglienza?

<<Il Papa dispose che quelli giunti fossero accolti benignamente, ed anzi a spese della Reverenda Camera mantenuti. Civitavecchia si distinse prestando loro ogni atto di ospitalità e forzando parecchi a rimanere nella città medesima, il che ottenuto si prestarono alcuni di essi con assidua carità edificante per lungo tempo alla continua amministrazione dello spirito. Intanto proseguivano a venire dal Portogallo altri di questi emigranti fino all'anno 1761, in cui dal Carvaglio si mandò l'ultimo convoglio de' Gesuiti senza dar loro neppure il necessario sostentamento.>>

Cosa fece la Regina Maria di Portogallo per tutelarli?

<<Essa di più tolse dalle prigioni i detenuti Gesuiti, e richiamò i dispersi nel suo regno. Intanto questi si sostenevano in Prussia e nell'Impero Russo, là, voluti dallo stesso Federico II per il grande scopo dell'istruzione pubblica, qua, protetti e mantenuti da Caterina II Imperatrice delle Russie e da Paolo I suo figlio.>>

Quale Papa ripristinò detta Compagnia?

<<Il nuovo Pontefice Pio VII ripristinò al suo primo arrivo in Roma la stessa mediante una bolla emanata il 7 agosto 1814. Era la "Sollecitudo omnium ecclesiarum", nella quale ordinò la ricostituzione della Compagnia di Gesù in tutti gli Stati, allora soppressa dal suo predecessore Papa Clemente XIV con il breve "Dominus ac Redemptor" del 1773.>>


Lettera integrale del Capitano Giuseppe Orebich Raguseo relativa al trasporto di 133 Padri Gesuiti da Lisbona a Civitavecchia.

"Io sotto scritto Capitano della Nave S. Niccolò attesto per la verità ricercata mediante anche il mio giuramento avanti chiunque spetta, qualmente li suddetti Viveri, Arnesi, e Medicinali, sono stati imbarcati tutti in Lisbona nel Porto di Civitavecchia, avendo a' medesimi usata, e fatta usare dal mio Equipaggio tutta l'assistenza possibile, oltre quella, che aveano da 2 uomini stati destinati per servirli di Cucina, Dispensa, ecc. Delli suddetti viveri ne sono avanzati una quantità sufficiente, che se il viaggio fosse stato più lungo, non potevano partire i Passeggieri il mangiare, e bere, e nel porto d'Alicante fui obbligato andarci per il tempo cattivo, e venti contrario, e non per fare provvisione alcuna, ed il simile mi accadde, allorchè andai al Golfo della Spezia, e non mai per far provvisioni ecc. In Alicante volevono andare molti de' PP. Gesuiti a terra, ma io non volli, bensì vennero a bordo della Nave diversi PP. della stessa Compagnia di quel Collegio, a visitare i Passeggieri, con i quali non più di mezz'ora parlarono che poi io li licenziai, in qual'atto uno de' Passeggieri cavò fuori da saccoccia una carta con molte monete d'oro di Portogallo, e diverse ne diede alla mia presenza ad uno de' PP d'Alicante e andati questi a terra furono mandati a bordo 18 Castrati, 2 Fusti di vino, e diversi erbaggi freschi. Mi dissero poi i passeggieri, che il denaro, che aveano dato a quelli PP. di terra gli fosse ritornato, e che le dette Provisioni l'avevano ottenute per elemosina. La restituzione del denaro Io non la viddi, come ne viddi la consegna, onde è credibile, che le provvisioni accennate fossero state comprate con il denaro sborsato. Quando sbarcarono dalla mia Nave li detti PP. ogn'uno di essi volle a Terra strapunto, cuscino, foderatta, coperta, e diversi bagagli a' medesimi appartenenti, e questi consistevano in 45 bauli, e 60 circa fra sporte, casse, e cassette, e molte di queste erano pesanti, che a tal'effetto, si pensa potessero contenere monete. Tutti questi bagagli furono imbarcati a Lisbona, e con quattro barche in uno stesso tempo vennero a Bordo anche i PP, e ogn'uno di essi conduceva seco il suo bagaglio, e alcuni il meno, che portavano era una sporta, che conteneva delle Camisce per quanto si poteva conoscere. Giunti, che fummo in Civitavecchia vennero al mio Bordo diversi Barbieri, che fecero la barba a quei PP. che n'aveano bisogno, ed ogn'uno pagava di propria borsa il Barbiere in monete piccole d'argento di Portogallo. Attesto altresì che per mio mezzo furono pagati dal Signor Filippo Graziosi pubblico Negoziante di questa Piazza scudi 528,83 menta in tanti zecchini Romani alla ragione di Lire 25.4 F.B. al cambio 126 e 3 quarti per ciaschedun Padre, e di questa somma a nome di tutti 133 Padri ne fecero doppie ricevute li PP. Exprovincial Cajetano, Francisco Leytao, e Joannes Soares; e tal pagamento seguì il dì 25 d'Ottobre scorso all'ore 23 a bordo della mia nave, ove si trovavano tutti i PP. attendendo gli ordini del loro Padre Generale per il disbarco. Il mio nolo a tenero del contratto maturato dopo lo sbarco de' PP. ascendè a pezze 5048,18 di Lire 5 F.B. per pezza, la qual somma dal Signor Filippo Graziosi mi è stata esibita in contanti, ovvero per qualunque Piazza del Mondo, ed io me ne sono servito a seconda delle mie occorrenze. In fede di quanto sopra attesto, ho firmato la presente di proprio pugno. In Civitavecchia questo dì 17 Novembre 1759. Capitan Giuseppe Orebich.>>

Fonti:

"Storia di Civitavecchia dalla sua origine fino all'anno 1848" scritta da Monsignor Vincenzo Annovazzi, Roma Tipografia Ferretti, 1853, pagg. 338 - 341
"Lettera del Capitano Giuseppe Orebich Raguseo contenente il Ragguaglio del Trasporto di CXXXIII Padri Gesuiti da Lisbona a Civitavecchia", Lugano, anno 1759, pagg. 10 - 12


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