Incontro tra Culture religiose

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Storicamente Celti e Cristiani 1Durante le missioni di evangelizzazione numerose erano le comunità pagane, ma anche celtiche, con cui i Cristiani entrarono in contatto. In questo articolo si vogliono illustrare alcune dinamiche relative appunto ai rapporti tra il mondo Celtico e quello Cristiano. Agli albori dell'opera suddetta troviamo di notevole interesse la figura di San Paolo che intraprese alcuni viaggi missionari;

il terzo, avvenuto  dal 52 al 57 d.C. circa: "Trascorso colà un pò di tempo, partì di nuovo percorrendo di seguito le regioni della Galazia* e della Frigia, confermando nella fede tutti i discepoli". (Atti degli Apostoli 18:23; vedi nota in calce di detto versetto).
Il Discepolo di Cristo raccolse in una sorta di memoria, per alcuni aspetti anche biografica, la sua opera di evangelizzazione. Il riferimento va alla Lettera ai Galati 5:1: "Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù." Egli parlò a popolazioni non-cristiane ed "insorse per recuperare alla verità i suoi cristiani e per difendere non tanto se stesso quanto l'autentica dottrina evangelica, secondo la quale la "giustificazione", cioè la salvezza, viene soltanto dalla fede in Cristo." In questo passo biblico San Paolo si rivolge ad una comunità "pagana", dando alla stessa dignità umana ed illustra la possibilità della salvezza eterna. Notevoli erano le difficoltà che incontravano i missionari nel cristianizzare le comunità celtiche. "Questo gran popolo diramato in molte nazioni, fu già padrone dell'Europa dalla foce del fiume Ob' nella Russia, fin al Capo Finisterre nella punta occidentale della Gallizia in Ispagna". Queste ultime avevano un'idea del Sacro assai distante dal sentire dell'Ebraismo e del Cristianesimo. Una delle difficoltà cui andarono incontro i predicatori Cristiani fu quello di far accettare una religione fondata sulla trascendenza, quindi credere in un Dio esterno dal mondo materiale. Invece queste comunità che, oltre a credere a numerose divinità, cercavano questi esseri superiori nei boschi che loro consideravano sacri, tra le montagne o dove erano collocati monumenti megalitici. Proprio a causa di queste enormi differenze e difficoltà nel convertire tali popolazioni, la Chiesa di Roma dovette prendere dei seri provvedimenti.
"Nel secondo Concilio di Arles fatto l'anno 452 v'ha il canone XXIII, il quale dichiara i Vescovi rei di sacrilegio, se non invigileranno per impedire che gl'infedeli accendano delle fiaccole, o adorino gli arbori, i fonti, o i sassi." Nel 658 con il Concilio di Nantes ci fu un ulteriore tentativo da parte della Chiesa di combattere il paganesimo con precise proibizioni. "Finalmente il Concilio di Nantes nel canone XX, comanda ai Vescovi, e ai loro ministri di dover schiantare dai fondamenti, e gettare dove non si possono più trovare certe pietre, che stanno in luoghi ruinosi o silvestri, alle quali il rozzo popolo ingannato dal Demonio concorre ad adorare, e a porgere voti ed offerte". A tal proposito, vogliamo ricordare Sant'Eligio di Noyon, Vescovo vissuto alla fine del VII secolo che si adoperò molto per convertire il popolo Franco. Di seguito un breve estratto del suo sermone "Nullus christianus ad fana vel ad petras aut ad fontes vel ad arbores aut ad cancellos vel per trivia luminaria faciat aut vota reddere praesumat."
Numerosi i tentativi per debellare il paganesimo, e ne seguirono altri ancora, ma non portarono al risultato atteso. Alcune cronache risalenti al XIV secolo sono una chiara testimonianza della sopravvivenza di alcuni culti celtici. A fronte di ciò, come fece la Chiesa ad evangelizzare dette comunità? Attraverso varie forme di integrazione. Nei luoghi sacri ai Celti sorsero santuari, monasteri ed anche cattedrali. Sopra quelle immense pietre megalitiche furono scolpite delle croci. Le fonti furono consacrate alla Vergine Maria ed a lei attribuirono il potere taumaturgico. Le fasi culminanti di questo processo le vediamo con la fioritura dell'Architettura Gotica, soprattutto nella realizzazione degli edifici religiosi. Anche qui la "Sapienza celtica" in merito alle energie della terra, del cosmo e della geometria sacra influenzarono la costruzione delle Cattedrali. Se pensiamo all'Abbazia benedettina di Mont-Saint-Michel (X sec.), al suo interno convivono elementi di arte ed architettura carolingia, romanica e gotica fiammeggiante. In epoca medievale la medesima fu luogo di devozione da parte dei Cristiani, ma in una fase ancora precedente questo isolotto roccioso fu un'area sacra ai Druidi e prendeva il nome di Mont Belain, o meglio il "Monte di Lug-Belenus", quest'ultimo era il dio solare, o della luce, dei Celti. Successivamente, mediante un'operazione di "integrazione religiosa e culturale" la devozione per detta divinità celtica luminosa fu superata da quella Cristiana dell'Arcangelo Michele.

Fonti:
"La Sacra Bibbia" Cei-Ueci, Edizione Ufficiale della Cei, anno 1974;
*Galazia: i suoi abitanti erano detti Galati; provincia romana che occupava la parte centrale di quella che oggi è chiamata Asia Minore;
"Opere dell'Abate Melchior Cesarotti Padovano" Vol. I, Firenze, Presso Molini Landi e Comp, anno 1807,  pag. 16;
"Memorie Istoriche delle popolazioni alpine dette Cimbriche e vocabolarj de' loro dialetti" dell'Ab. Agostino Dal Pozzo, Vicenza, Tipografia Paroni, 1820, pag. 173 - 174;
"Vita S. Eligii" apud Audoenum in Dacherii Spicileg. T.II, pag. 97.

Illustrazione tratta da www.minerva.unito.it

Articolo frutto di ricerche storiche a cura di Sara Fresi

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