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La Terza Crociata ( 2 )

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Storicamente Mappa di Gerusalemme 1In questa seconda parte, metto in luce alcuni fatti relativi alla presenza degli abitanti dell'antica Centumcellae, cosa che è stata più volte messa in discussione. Molti infatti asserivano che a seguito delle invasioni dei Saraceni la popolazione abbandonò questo territorio, per tornare a ripopolarlo alcuni secoli successivi. Ma non fu proprio così. Inoltre riporto i contenuti di un documento redatto dal cronista Emone

che ha menzionato l’impresa incoraggiata da Papa Clemente III, il cui pontificato iniziò dal 1187 e durò fino alla sua morte avvenuta nel 1191. Tale impresa fu "promossa da principi cristiani, per riscattare l'onta che il Saladino aveva inflitto ai Cristiani in Terrasanta nel 1187, rioccupando Gerusalemme e sconfiggendo Guido di Lusignano, presso Genezareth. I capi della crociata erano l'imperatore Federico I di Germania, il re di Francia Filippo I e Riccardo Cuor di Leone per gli Inglesi. Essi navigarono dall'Olanda, passarono per Gibilterra, costeggiarono la Spagna e la Provenza, poi le coste liguri e toscane, fino a giungere a Piombino intenzionati a proseguire fino a Messina. A causa della contrarietà dei venti, giunsero al porto di Civitavecchia. Senonché per la strettezza del porto ed il gran numero di navi che lo stipavano, decisero di lasciare Civitavecchia e con 18 galere si diressero al porto di Corneto." Dalla cronaca emerge un fatto straordinario: osservando le date è evidente che i soldati restarono alcuni mesi sul nostro litorale. Essi furono accolti con grande rispetto ed amicizia e questo permise l'integrazione con gli abitanti stessi. A fronte di questo importante fatto, nulla esclude che alcuni rimasero appunto sul territorio, oppure fecero successivo ritorno, insediandosi tra Tarquinia e Civitavecchia. E’ possibile formulare questa affermazione anche per una frase che Emone stesso inserisce nella sua dettagliata cronaca: "concludemmo così con lieto fine il felice inizio della nostra permanenza". Tant'è che vi sono ancora oggi alcune strutture che ricordano il passaggio dei Cavalieri del Tempio, i quali - ricordo  - aderirono anch’essi alla Terza Crociata.

Mi dica Senatore Calisse, quando approdarono i Crociati sul nostro territorio?

<<Correva l'anno 1190, quando Riccardo Cuor di Leone sbarcò nel nostro Porto, proprio in occasione della Crociata suddetta.>>

Quanti erano gli abitanti della nostra cittadina?

<<Dopo i vari attacchi dei Saraceni, iniziati nell'813, molti abitanti se ne andarono, ma non tutti abbandonarono la medesima. Possiamo prendere a riferimento un documento datato 2 settembre 1220, trent'anni dopo dall'arrivo dei Crociati. Si tratta della "deliberazione del popolo convocato a consiglio, ha la sottoscrizione di 200 cittadini: dando pure a tutti la qualità di padri di famiglia, potrebbe verosimilmente calcolarsi a cinque volte maggiore il numero degli abitanti.">>

Cosa fu deliberato?

<<”Rappresentanti del Comune di Viterbo vennero in Civitavecchia; i procuratori Maccabeo e Bonimano ed il tesoriere Ildibrandino Cittadini. Qui era stato eletto rappresentante del Comune il nostro Enrico di Accettante. L'atto si volle compiere con la solennità del Consiglio generale. Si adunò questo nella Chiesa di S. Pietro, e vi dettero il loro nome ben duecento persone, quante può credersi che avessero diritto di farne parte, o per cagione di famiglia o altrimenti rappresentando il popolo." In tale assemblea fu stabilito che "liberamente e spontaneamente si faceva cessione e trasmissione al Comune di Viterbo, nella persona dei suoi rappresentanti, di tutti i diritti patrimoniali che nel proprio territorio aveva il Comune di Civitavecchia; indicandosi particolarmente selve,prati, pascoli, castelli, acque, piantagioni. Salvo la eccezione, che espressamente fu fatta, delle porzioni di terra necessarie per l'allevamento del bestiame e di ciò che fosse di privata proprietà: tutto si dava in garanzia, compresi i diritti di pedaggio, di gabella, per mare e per terra, ovunque la giurisdizione del comune giungesse. Da sua parte il comune di Viterbo sborsò la somma di L. 2.500 senesi da doversi impiegar subito nella estinzione del debito, in modo che nessun diritto in contrario rimanesse ad alcuno”.>>

Tornando ai Crociati, dove si diresse l'impavido Re d'Inghilterra?

<<Cuor di Leone andò fino al Tevere percorrendo in lungo ed in largo la spiaggia romana, tra cui anche Corneto; quella che voi oggi chiamate Tarquinia.>>

Da chi era formata tale spedizione?

<<I componenti venivano per lo più da paesi nordici. Molte erano le loro navi; già altre nel Porto non mancavano. "Què crociati mandarono una parte dei loro navigli a prendere stazione invernale nella rada di Corneto. Furono diciotto queste navi, e là rimasero fino a che, passato l'inverno, non ritornarono ad unirsi con le altre in Civitavecchia per riprendere tutte insieme il viaggio”.>>

Ci sono documenti a riguardo che testimoniano quanto appena dichiarato?

<<Ne parlo nel mio terzo libro. Insieme a coloro che presero parte alla Terza Crociata, tra cui anche Frisoni. Era presente un cronista; si chiamava  Emone e fu l'autore del famoso Cronicon S.S.R.G. XXIII e nelle pagine 481 e 482 del medesimo vi sono alcune interessanti descrizioni.>>

E cosa emerge da queste descrizioni?

<<Lei è troppo curiosa; solo per questa volta farò una telefonata ad Emone. Così potrà annotarsi gli appunti. Prenda il telefono, la chiamata è partita.>>

Buonasera Emone, il Senatore Calisse ha parlato molto di lei sia nel primo libro che nel terzo. Sì, mi riferisco alla parte relativa la Terza Crociata. Ricorda?

<<Come potrei dimenticare, era il lontano 10 ottobre 1190. "Corneto così detto dai cornioli, è un castello del signor Papa, ubicato nel Patrimonio di San Pietro, distante tre miglia dal mare e a due giornate da Roma. Fummo in seguito ricevuti dai cittadini di Corneto con grande onore, ci dettero per iscritto fedeltà e garanzia, così cominciammo a disporre ogni cosa, per alleviare i rigori dell'inverno. Inoltre il Papa spedì a Cornetani, Viterbesi, Tuscaniensi, Vetrallesi e a tutte le città vicine e castelli, alcune lettere perché tutti ci trattassero con fedeltà, ingiungendo che nei contratti, nel commercio e nelle cose a noi necessarie, si osservasse ogni giustizia. E ciò sotto scomunica. Ma tutti furono irreprensibili. Passato l'inverno, all'alba della primavera, alla vigilia di S. Benedetto (21 marzo), dopo aver ricevuto dai Cornetani, presenti i Magistrati e tutta la Comunità, il buon viaggio, concludemmo così con lieto fine il felice inizio della nostra permanenza. Con onore fummo ricevuti, con maggior onore ci accomiatammo. Infatti molte migliaia di cittadini di ambo i sessi, con solenne corteo assai brillante, preceduti dai banditori con le trombe e da 48 vessilli, ci accompagnarono fino alla spiaggia. Qui radunata la moltitudine, disposto il pubblico in circolo, il Podestà cornetano, sapiente e dottissimo in legge, con eloquenza esaltò la fede e l'audacia dei Frisoni, chiedendo venia se a noi fosse stata fatta qualche offesa. I Crociati di Corneto, di Viterbo, di Tuscania, di Siena, di Vetralla, di Montalto, di Montefiascone ed altri i quali si dirigevano in Terra Santa, furono raccomandati alla nostra lealtà ed a tutti fu imposto di obbedirci. Tutti d'accordo in questo, il Magistrato consegnò un bel vessillo come segno della propria autorità e con le proprie mani. Dopo di che tutti i latini, in pace ed in guerra, avrebbero obbedito a noi come al proprio padre. Concessoci il tempo di rispondere, ringraziammo in tutte le maniere per il bene ricevuto, per la fraternità mostrataci fino a quel momento, per averci tollerato con pazienza allorché tagliavamo legna nei boschi, vietato agli stessi cittadini. Li ringraziammo ancora per averci ricevuto nelle loro case con grande devozione e di averci trattato nei nostri commerci con onestà. Come con grande umanità visitarono i nostri malati, e come secondo il bisogno, trovassero i medicamenti sia di uso comune sia preparati da valorosi medici per curare le malattie dei soldati, che trattarono con grande attenzione, come se fossero i loro figli, venerarono i sepolcri nostri, come quelli dei Santi; e tante altre cose. Per tutto ciò e per le benemerenze, i nostri li faranno partecipi della loro opera, implorando la retribuzione da parte di Dio. Con molte lacrime ci dividemmo dal popolo Cornetano nella domenica dell'Annunciazione (25 marzo), levammo le ancore e ci portammo al largo; per un giorno ed una notte navigammo, ma poi i venti contrari ci ricondussero nel porto di Civitavecchia; ed il martedì seguente, col vento di tramontana, giungemmo di fronte ad Ostia.">>

Si ricorda dove erano accampati detti Crociati frisoni?

<<Se la memoria non m'inganna, erano presso una piccola struttura che successivamente prese il nome di Ospedale di Santa Croce, il cui edificio rammodernato si trova su via Garibaldi e via della Salute. In effetti era un centro ospedaliero dei Crociati. Una notizia successiva risalente al 1209 lo conferma, chiamando quel luogo "Lazzaretto dei Crociati". Le mura dell'attuale Farmacia dell'Ospedale sono a conci di pietra locale, ben tagliati, come si usava nel Duecento. Se si pensa inoltre che sino al Trecento non esisteva né la Chiesa di San Giovanni Gerosolomitano, e nemmeno quella di San Francesco, dobbiamo immaginare che in quel tratto, fuori dalle antiche mura del Castello di Corneto, vi fosse uno spazio assai indicato per un accampamento di soldati. D'altronde le 18 galere degli Olandesi trasportarono circa 3.000 soldati ed era necessario un apposito spazio.>>

Fonti:

"Storia di Civitavecchia dalla sua origine fino all'anno 1848" da Monsignor Vincenzo Annovazzi; Tipografia Ferretti; Roma; 1853; pag. 80 - 117 - 129 e 130

"Tarquinia la città degli Etruschi, delle torri e delle chiese. Una storia lunga tremila anni." di Padre Alberto Daga, a cura di Luigi Daga; Newton & Compton Editori; 1999; capitolo "I crociati nel porto di Corneto" pagg. 258 - 260.

"Emonis Chronicon", Mon. Germ. Hist. Scritores, XXIII, pagg. 481-482

Mappa di Gerusalemme, 1200 ca. Frammento di salterio ( fonte www.artribune.com )

2. Fine

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