Martiri e Cristiani a Centocelle

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Storicamente-Martirio di Santa Fermina-1I cristiani che venivano scovati erano mandati in esilio da Roma a Centocelle sin dai tempi dell’Imperatore Decio (III secolo). Così accadde per Secondiano, personaggio facente parte della corte, denunciato dal magistrato che aveva qui giurisdizione, con il titolo di “consolare della Tuscia”, per aver convertito i suoi amici Marcelliano e Veriano. Ripetutamente fu loro consigliato di abbandonare la fede, ma tali appelli caddero nel vuoto, finché furono portati a Centocelle, per essere consegnati a Promoto, il magistrato di cui sopra, che fece cadere su loro una sentenza di morte: le loro teste decapitate ed i corpi gettati in mare. Promoto esercitava la suprema giurisdizione delegato dall’Imperatore, in qualità di “governatore di primo grado”.

Questo era il luogo dove i cristiani venivano condotti per poi essere giudicati. Stessa cosa accadde nel caso di Papa Cornelio qui esiliato (metà del III secolo). Quando venne scortato nella cittadina marinara, fu seguito da numerosi preti e diaconi, con l’intento di recargli conforto, tanto che sembrò formarsi un centro della Chiesa. Egli, di tanto in tanto, faceva di nascosto delle visite ai fedeli di Roma. Fu presente anche quando i corpi dei beati Pietro e Paolo furono tolti dalle rispettive catacombe, per essere deposti nei loro sepolcri: uno all’interno del Vaticano e l’altro lungo la via Ostiense. Papa Cornelio ricevette delle lettere anche dall’Africa, come quella inviata da Cipriano, Vescovo di Cartagine, per renderlo partecipe della sua elezione. Di tale corrispondenza se ne accorse l’Imperatore che lo rimproverò, indicando tale carteggio epistolare come “congiura contro lo Stato, e comandandogli, affinché potesse giustificarsi, di fare atto di culto nel tempio di Marte. Avutone rifiuto lo fece decapitare”. Altri casi di martirio si fa memoria in seguito. Celebre il caso di Massimo, soldato di alto grado dell’esercito, che fu decapitato per aver convertito oltre 120 soldati, battezzati da Papa Marcello, i quali furono condannati tutti ai lavori forzati. Sua figlia, Severa, fu con i fratelli Marco e Calendino, portata fuori Roma, a Pirgi, dove furono martirizzati e sepolti. Tale località porta tutt’ora il nome della martire. Una leggenda narra che Flaviano, ufficiale dell’Imperatore, assistendo  al giudizio e osservando la forza della fede dei cristiani, si convertì a tale religione, finché fu condotto con la sua famiglia a Centocelle per il martirio finale. Si tratta dello stesso Flaviano che, tra il 361 ed il 363, fu esiliato alle Terme Taurine. Alla memoria di questi Santi la tradizione aggiunge Fermina che, a causa delle persecuzioni allora in atto, fuggì da Roma percorrendo la strada Aurelia fino ad arrivare a Centocelle. Qui trovò rifugio in una di quelle celle, o grotte,  che sopravanzavano ancora fra antichi ruderi, presso il porto, alle spalle del molo di levante, dove poi fu costruita la fortezza. Il popolo fu devoto a lei, tanto che fu proclamata Patrona della città e dei naviganti. Quanto detto è il segno tangibile della diffusione della fede cristiana che anche qui, grazie ai continui rapporti con Roma, andava propagandosi grazie ad un grande movimento di idee e di pensiero, attraversando le vie di snodo e di traffico della vita civile e commerciale, quali la stessa Aurelia e la navigazione costiera. Con la pace emanata da Costantino, il famigerato Editto risalente al 313 d.C., il Cristianesimo poté mostrarsi pubblicamente alla luce del sole, senza dover incorrere in pericoli come quelli precedentemente citati. In questo periodo si ha notizia della nascita di una Chiesa Centocellese con tanto di Vescovo, un certo Epitteto che partecipò al concilio tenuto da Papa Silvestro ad Arles (314 d.C.) e, in tale occasione, sottoscrisse gli atti in qualità di Vescovo di Centocelle. 

 

Alcune informazioni sono state tratte dall’opera di Carlo Calisse “Storia di Civitavecchia”, Vol. I, Atesa Editrice, Bologna 1983, Cap.III, pp.33-38, Parte I.

Foto:fonte:http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/v3_s2ew_consultazione.mostra_paginat0?id_pagina=36157&limite_id_sezione=0&limite_id_sito=0&target=1&rifi=&rifp=  

 

 

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