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I Celti "Taurini"

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Terme Taurine-In notturna-Dettaglio-1Perchè le nostre Terme si chiamano Taurine? Chi erano gli abitanti di Aquae Tauri? Ho avuto modo di fare alcune ricerche a riguardo e potrei formulare delle ipotesi o meglio rivelare ai nostri lettori alcuni dei ragionamenti che mi hanno portato a pensare che i suddetti potrebbero esser stati i Taurini. La mia riflessione parte dal Solari

quando questi collega il nome del luogo al Consul Suffectus Tito Statilio Tauro ( 37 a.C .) che fece restaurare gli edifici delle sorgenti termali, già presenti da circa un secolo e che, in suo onore, denominarono poi Taurine. Sappiamo che, originariamente, molti antichi Cognomen romani, tramandati di padre in figlio, indicavano famiglia e provenienza dei vari appartenenti alla Gens. Nell’occasione, ci soffermiamo sul diffuso Taurinus: i Taurini erano un popolo “montanaro” celtico-ligure insediatosi nella Valle del Po, al centro dell'attuale Piemonte, tra il VII e il III secolo a.C. circa. Gli stessi fondarono l'antica Taurinia, o Taurasia, che si estendeva in un'area, tra il citato fiume e la Dora Riparia, dove attualmente sorge il quartiere Vanchiglietta di Torino. Lo storico Polibio, in “Storie II”, narra che nella Battaglia di Talamone ( 225 a.C. ) l'esercito romano ottenne una schiacciante vittoria contro popolazioni celtiche presso Campo Regio. Era in corso il processo di espansione di Roma verso nord, appunto oltre il fiume Po, e di romanizzazione, ossia integrazione ed assimilazione dei popoli vinti. Per arginarne la minacciosa avanzata, venne realizzata la più grande coalizione celtica: uniti in battaglia i Boi, gli Insubri, i Taurini ed un elevato numero di Gesati. Nonostante questa unione, i romani ne uscirono trionfanti. I Taurini medesimi entrarono di nuovo in contatto con questi ultimi in occasione dell'attacco del condottiero cartaginese Annibale ( 218 a.C .) che, oltre a distruggere l'antica Taurinia, provocò la definitiva ritirata dell’esercito romano. Più tardi, Plinio il Vecchio, nella sua opera enciclopedica “Naturalis Historia” ( pubblicata in età avanzata, intorno al 77d.C. ) menziona, nel III libro, quello relativo alla geografia del Mediterraneo occidentale, i popoli dell'antica Etruria e cita gli Aquenses Taurini, quali abitanti di Aquae Tauri, nei pressi del colle della Ficoncella ( tra il II sec. a.C. e la prima metà del I sec. d.C. ). A tal proposito, il Prof. Ercole Luigi Marenesi, nella sua opera “I popoli antichi e moderni - Nomenclatura e cenni storici preparatori allo studio delle vicende nazionali” ( editori della Biblioteca Utile di Milano, 1866 ) fa un cenno su quello antico degli Aquensii-Taurini e scrive che “Plinio li indica in Etruria ( Toscana e dominio del Papa fino al Tevere )”. Un'altra riflessione va all'abilità di Claudio Rutilio Namaziano nell’uso della Retorica, adottata sin dal V sec. a.C. e considerata tuttora il sale di alcuni componimenti. Essa può essere rintracciabile nella struttura degli stessi e nei procedimenti stilistici ( figure, tropi, colori in generale ), in grado di “ornare il discorso” per renderlo più gradevole e quindi maggiormente efficace. Ed il pensiero non può che andare alla poesia del medesimo che vede protagonista un “Toro che, battendo coll'unghia il suolo, fece sgorgare una sorgente”. Molto probabilmente egli fa uso proprio della retorica quando cita il Toro, non riferendosi direttamente all'animale ma al Taurino. Un’ulteriore nota: “Aquensis” indicava Aquisgrana ( letteralmente da “Aquae”, acqua e “Grannus”, divinità celtica della salute e delle sorgenti termali ), città tedesca della Renania Settentrionale - Vestfalia ed antico centro termale frequentato inizialmente dalle popolazioni celtiche della zona e, in epoche successive, dai Romani.

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