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Breve storia del principale luogo di aggregazione dell'UrbeOgni città romana era costituita dal Foro (detto anche Forum; in Grecia, Agorà), dove sorgevano i principali edifici pubblici cittadini, veniva allestito il mercato e, più in generale, luogo preposto allo svolgimento della vita pubblica. Lì convergevano strade quali il Cardo ed il Decumano che, formando una croce, si incontravano nel cuore pulsante della suddetta. In epoca medioevale, molte furono le città situate su altipiani e montagne e, per questioni relativi a spazi, le piazze, ospitanti il mercato, spesso erano collocate fuori le mura. Nel periodo successivo all'anno Mille, grazie alla fioritura dei commerci, alla crescita economica ed agli influssi di culture e società esterne come quella dei Franchi, la Piazza torna ad essere un elemento centrale dell'urbanistica delle città. In questa fase si sviluppano tre tipologie di Piazze: quella religiosa, dove spesso sorge la Cattedrale o il Duomo; quella Politica, nella quale si erge il Palazzo Comunale; quella cittadina, ove era presente il mercato e, più in generale, dedita al commercio. La Piazza in questa fase aveva l'obiettivo di organizzare la vita urbana ed aggregare i cittadini. Dalle campagne agli agglomerati urbani Nel Rinascimento fino al '700, essa viene codificata in regole precise, proporzioni e numeri. Viene introdotto l'elemento della Prospettiva, assai presente nelle Città Ideali. Una trasformazione la si vede nell'Ottocento con la crescita e lo sviluppo delle città, che va di pari passo con la Rivoluzione Industriale, la nascita delle prime fabbriche, la ricerca di maggior benessere e il delinearsi della Società di Massa. Dalle campagne, masse di persone si stabiliscono negli agglomerati urbani per lavorare nelle fabbriche ed assicurarsi una prospettiva di vita migliore, rispetto a quella, allora arretrata, praticata nelle campagne. L'evoluzione ha portata ad una città moderna che, tra le varie cose, ha visto la nascita e la diffusione delle prime automobili e, di conseguenza, l'ampliamento di strade e Piazze, trasformando sia fisicamente che concettualmente quella che era l'antica visione di Foro. Molte città italiane stanno tornando al principio di Piazza, chiudendo le medesime al traffico degli automezzi per far riacquistare quei valori ancestrali. Il valore della Piazza nell'età contemporanea. Civitavecchia, tra Piazza Virtuale e recupero della memoria collettiva Se pensiamo alla nostra realtà locale, è possibile notare: da una parte, un'attiva "Piazza Virtuale", con la stragrande maggioranza degli abitanti connessi tra loro grazie all'ausilio delle nuove tecnologie e di Internet; dall’altra, una "Piazza Reale" poco frequentata. Alcuni affermano che prima dei bombardamenti, gli abitanti frequentavano usualmente la piazza come luogo di aggregazione; altri dicono che nel nostro, come quasi tutti i Porti, c'è un continuo mescolamento di culture e le persone sono di passaggio. La verità è nel mezzo. Attualmente sopravvive una piazza che, riprendendo quella medievale, è quella dedita al mercato ed al commercio; il riferimento va all'area di Piazza Regina Margherita con le strade limitrofe e non solo. Altre piazze sono da riformare, tenendo in considerazione l'evoluzione della società, senza trascurare l'aspetto relativo alle radici della popolazione ed, in particolare, alla storia del luogo. Di quest'ultima fa parte la "memoria collettiva" che ha la funzione di far coesistere e fare da collante tra la popolazione, evitare che determinanti errori vengano ripetuti e fornire un senso di unità tra gli abitanti. Quindi se l'atto di ricordare è un modo per rivivere e rievocare determinati spaccati di vita, questi assumono un valore essenziale nella ricostruzione di società, economia, usi, mode e consuetudini che hanno contrassegnato epoche passate. Riproduzione riservata |
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