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Pietre d'Inciampo, profondo intreccio tra Memoria ed attualitàMemoria ed attualità nelle "Pietre d'Inciampo". Siamo a Roma su Lungotevere Raffaello Sanzio, all'altezza del civico numero 2, e ci accorgiamo che in terra ci sono dei sampietrini con una lastra di ottone lucente. Ogni pietra è ubicata dinnanzi alla dimora di persone ebree. Su di esse è riportato il nome e cognome, l'anno di nascita, la data d'arresto e d'assassinio ed il luogo dove sono deceduti. Qui ne vediamo raggruppate cinque che corrispondono ai seguenti nomi: Teresa Campagnano; Amadio Sabato, Angelo ed Attilio Fatucci; Cesira Della Torre. Cinque persone arrestate tra il 1943 ed il 1944, deportate ed assassinate ad Aushwitz e nelle Fosse Ardeatine. Opere che nascono con l'obiettivo di ricordare e riuscire ad identificare i deportati razziali, politici e militari che nei campi di sterminio nazisti erano ridotti a meri numeri riportati sia sull'abbigliamento da campo che marchiati sulla loro pelle. Un progetto di consapevolezza e recupero della memoria storica, che nasce su iniziativa dell'Artista berlinese Gunter Demnig (classe 1947), il cui fine è quello di diffondere nelle città europee la Memoria dei cittadini deportati nei Campi suddetti. La prima installazione ebbe luogo a Colonia nel 1995; dal 2000 il progetto si diffuse in tutta la Germania, fino ad espandersi in molti altri Paesi Europei. In Italia, le prime trenta Stolpersteine furono installate appunto in Roma il 28 gennaio 2010, in occasione della Giornata della Memoria. In ben sei Municipi; successivamente, ne furono installate tante altre ancora. Possiamo definirle opere "discrete" che entrano a far parte del contesto urbano e costituiscono parte integrante della vita quotidiana. Servizio e foto di Sara Fresi © Riproduzione riservata |
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