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I Tenenbaum; gioie e dolori di una famiglia “bloccata nel tempo”Altra, personale recensione di Chiara Cozzi; stavolta relativa alla pellicola "I Tenenbaum". Un mix tra commedia e psicanalisi familiare con un’attenta riflessione offerta dalla nostra giovane lettrice. <<Royal e Etheline Tenenbaum (interpretati rispettivamente da Gene Hackman e Anjelica Houston) vivono a New York con i tre figli prodigio dodicenni: Chas (Ben Stiller), genio della finanza; Richie (Luke Wilson), Campione di tennis; Margot (Gwyneth Paltrow), talentuosa drammaturga. Questo plastico idillio si sfascia quando i genitori si separano: Royal se ne va ed il talento dei figli, col passare del tempo, si affievolisce sempre più fino ad annullarsi, così come le loro vite, ormai apatiche e monotone. Ma quando, dopo quindici anni di assenza, lo stesso decide di tornare in famiglia per recuperare il tempo perduto, la loro vita prenderà una nuova, inaspettata piega. “I Tenenbaum” (titolo originale “The Royal Tenenbaums”) è una raffinata e dissacrante tragicommedia del 2001 diretta da Wes Anderson (già noto per “Moonrise Kingdom”, “Grand Budapest Hotel”) ambientata a New York. Le location ricercate, le inquadrature perfettamente simmetriche ed i toni caldi di fotografia e scenografia attraggono piacevolmente fin dal primo momento, così come il look dei personaggi: in particolare i tre fratelli, per tutta la durata del film, hanno le stesse acconciature e lo stesso abbigliamento che avevano da bambini (in una scena, una Margot ormai adulta apre il suo armadio di bambina e vi trova lo stesso vestito che indossa al momento). Da ciò si evince come la famiglia sia rimasta “bloccata nel tempo”, agli anni ’70, quando appunto i due coniugi decidono di separarsi. La figura di Royal, padre e marito, crea un forte dissidium negli spettatori: da una parte, si fa odiare per la sua superficialità, pensando che con semplici parole di scuse possa colmare quel vuoto di tanti anni; dall’altra, intenerisce il suo voler a tutti i costi “salvare il salvabile”.La psicologia ed il carattere di ogni personaggio sono spiegati grazie alle sequenze in cui si ripercorrono stralci della loro vita: viene automatico immedesimarsi nelle gioie e nei dolori della famiglia, quasi come se lo spettatore fosse un membro della stessa. I Tenenbaum, tra l’altro, sono l’uno il simmetrico dell’altro: tutti diversi, ma con caratteristiche così peculiarmente simili da rendere l’uno il riflesso dell’altro. Anche in quest’opera Anderson mantiene la costante che ormai è diventata uno dei suoi segni di riconoscimento: ancora una volta vediamo recitare alcuni degli stessi attori con cui ha già lavorato in passato, come Bill Murray, che interpreta Raleigh St. Clair, già visto in “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” assieme alla Houston, e Luke e Owen Wilson (qui nel ruolo di Eli Cash), già visti in “Un colpo da dilettanti”. Quest’ultimo, tra l’altro, è anche sceneggiatore, assieme al medesimo Anderson, del film. L’opera capovolge in maniera dissacrante e parodistica i luoghi comuni riguardo le “famiglie bene”, con personaggi scapestrati ed unici che contribuiscono a demolire il castello di carte eretto nella nostra mente in tutti questi anni.Un film che diverte, commuove, fa arrabbiare, riflettere. Un cult da amare.>> |
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