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Epistole dAmore 1Evoluzione e limiti nei rapporti affettivi, dalle epistole alle chat

Sto sfogliando alcune lettere della coppia Sibilla Aleramo e Dino Campana, conservate nell'opera "Un Viaggio chiamato Amore". Precisamente un secolo fa, nel 1916, iniziò la loro corrispondenza epistolare. Vissero un lungo rapporto a distanza,

fatto di incontri spesso fugaci, spostamenti in differenti città tra la Toscana e l'Emilia Romagna. Il loro fu un rapporto turbolento: quando Dino conobbe Sibilla aveva 31 anni ed era un poeta in erba assai giovane. Inoltre era malato di nevrastenia, con un carattere schivo ed appartato. Sibilla all'epoca aveva 40 anni ed era una scrittrice affermata, frequentatrice di salotti ed amante della vita mondana.

Una loro lettera datata 8 marzo 1917:
"Egregia Sibilla, Il mio silenzio deve avervi significato che nulla è più possibile tra noi. Voi avrete dunque rinunciato al progetto del vostro viaggio quassù. Già vi dissi che preferivo uccidermi piuttosto che vivere con voi. Questa mia decisione si è consolidata. Lasciatemi dunque perdere. Sento che non potrò mai più perdonarvi. Addio dunque. Tutto è finito per sempre."
La mattina seguente Dino scrisse nuovamente alla stessa: "Perdona vieni subito. Campana."
La risposta non si lasciò attendere (la sera del medesimo giorno): "Perdonami? D'esserti venuta incontro, d'averti creduto un uomo libero e grande, d'averti parlato come parlo soltanto all'anima mia - perdonami d'averti preso sul serio, vero Campana? D'aver durato il martirio più infame, per amore, per speranza invincibile di miracolo; e baciato le tue ginocchia. E ora, d'aver aspettato, pregando, pregando Dio che ti salvasse, che il silenzio e la montagna ti facessero sentire che cosa siamo stati e che cosa potremmo essere - aspettato e taciuto, in una consunzione d'ogni minuto, quanto tempo? Ed è sempre la notte che sei partito, te l'ho scritto finalmente nella cartolina che s'è incrociata con questa tua lettera...Dino, povero, povero povero!"

Il primo aspetto che risalta all'occhio è il registro, per molti aspetti formale, tra due persone che hanno già condiviso rapporti sessuali. Un altro, è la malattia del Campana: egli un giorno scrive una lettera con l'intenzione di allontanare Sibilla in malo modo; il giorno seguente invece si pente e la cerca nuovamente. La Aleramo invece è vittima dei sentimenti che nutre verso il poeta. In qualche modo, anche lei si lascia trascinare nella malattia mentale dell'uomo. Ne è consapevole? Sì, lo si percepisce dal grado della sua sofferenza, scritta nero su bianco.

Oggigiorno farebbe sorridere l'idea di rivolgersi al proprio partner dando del Lei o del Voi; si percepirebbe un'intenzione di mettere distanza tra persone sentimentalmente vicine e sarebbe un vero paradosso.
Nel 2016, per quanto la "melassa nei rapporti" vada sempre meno di moda, si sono moltiplicati i rapporti affettivi a distanza, tra giovani e non. Basti pensare al semplice utilizzo di Internet ed alla facilità con la quale i giovani si aprono anche con perfetti sconosciuti. Possiamo parlare di evoluzione dei sentimenti o involuzione dei rapporti umani?
Eppure come insegna la coppia suddetta, i rapporti a distanza e quelli epistolari esistevano anche cento anni fa. Ed allora cosa è cambiato? Le tecnologie sono arrivate in soccorso delle persone e, tra queste, molte le utilizzano perfino nella ricerca di nuovi partner, così forse vengono meno l’impegno nella ricerca e la selezione del partner e le attese tipiche dell'evoluzione dei rapporti reali.
Dove finisce il mondo virtuale e dove inizia la realtà? Per non parlare dei rischi che si annidano dietro a profili sconosciuti. Eppure nonostante si è consapevoli di tutto ciò, aumentano i casi di persone che fanno uso di chat per cercare la cosiddetta anima gemella, o dolce metà, che il più delle volte, non vale neanche una trequarti.

Servizio ed illustrazione "by" Sara Fresi

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