“Materiale plasmato dalle nostre mani”

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CeramicheArtisticheRealizzazione di ceramiche artistiche fra le mura del Castello di Santa Severa

SANTA SEVERA - La nostra piccola attività comincia nel 1993 all’interno del Castello di Santa Severa, dove, non senza difficoltà,

insieme a mia sorella riusciamo a creare una bottega artigianale di ceramiche artistiche. La nostra produzione è da sempre diversa e influenzata dalla tradizione del luogo che ci ospita. Qui fra le mura del Castello a due passi dall’antico porto etrusco di Pyrgi, la ceramica ha storia antichissima, ricchissima e diffusa, che ancora oggi per fortuna resiste grazie a un'esuberante produzione artigianale racchiusa in Musei, esibita in botteghe o in piccole e grandi opere a cielo aperto. Nel nostro laboratorio in particolare, la produzione si realizza principalmente su commissione. Qui terra, acqua, aria e fuoco, una volta amalgamati, danno origine a un materiale caldo, ancestrale, plasmato dalle nostre mani talvolta con risultati inaspettati e talvolta con fallimenti tecnici che si ripetono. L’ispirazione per le nostre ceramiche, spesso arriva dalle produzioni antiche locali, dai clienti che sempre più spesso vengono da noi con originali richieste e a volte anche dalla nostra amata Sicilia dove siamo nate e di cui conserviamo il ricordo dei colori e delle forme. Ne esce una produzione di oggetti sempre diversa, originale e varia con la necessità di ampliare la ricerca stilistica per andare incontro a nuove tendenze.

Oramai il confine tra l’artigianato tradizionale ed il design è talmente sottile che non bisogna stupirsi di trovare molte produzioni di artigianato contemporaneo esposte in showroom o nelle vetrine di negozi specializzati. In questi giorni di piena chiusura, tra gli scaffali del laboratorio sto vivendo un ritmo lavorativo intenso, impegnata con la preparazione di ordinativi pasquali e di oggetti per la casa. Tra piatti in ceramica, uova di pasqua, bomboniere artigianali e campanelle di tutte le dimensioni e decori, osservo le fasi della lavorazione  e ancora oggi mi emoziono a percepire il suono delle mani sull’argilla, mi soffermo a guardare il frutto del nostro creare, ne deduco  che è il risultato della sinergia tra esperienza e impegno, dell’attenzione e della cura per ogni minimo dettaglio che quotidianamente mettiamo nel nostro lavoro.

La lavorazione avviene ancora con metodi tradizionali: si progetta un oggetto, si realizza la prima forma in argilla a mano con tecniche varie (colombino, lastra, stampo o al tornio). Segue l’essiccazione, una fase molto delicata che richiede attenzione e pazienza a conclusione della quale l’oggetto realizzato ha completamente perso l’acqua e si presenta con un volume ridotto rispetto alla prima fase. Ora si può passare alla prima cottura, dove l’argilla o creta si trasforma in terracotta. La decorazione è una fase emozionante come le altre, i colori per la ceramica non sono però facili da stendere, si presentano in polvere e spesso cambiano dopo la cottura presentando risultati sorprendenti e sempre diversi. Si applicano direttamente sulla terracotta o sull’oggetto a cui è stato fatto un bagno di smalto crudo e vengono fissati con una seconda cottura a 960 gradi C°.

Fra le varie metodologie di lavorazione facciamo su richiesta uso della tecnica antica a figure nere e del bucchero. Entrambe queste tecniche sono realizzate portando avanti quella che è la tradizione vascolare etrusca tipica del nostro territorio. La terra per questi lavori non si acquista, ma viene raccolta lungo vene d’argilla rossa collocate fra Cerveteri e Pyrgi, che mi piace pensare fossero già utilizzate dai maestri vasai antichi. La cottura che determina la caratteristica principale delle decorazioni, ottenute per riduzione, viene ricreata con l’utilizzo di rudimentali contenitori metallici all’interno dei quali poniamo lega e segatura; questo ci permette di proporre fra le varie lavorazioni, oggetti moderni con tecniche antiche.

Fra le difficoltà e la bellezza di questo lavoro, mi sento privilegiata di poter proseguire in questa avventura e di poter creare oggetti d’arte e artigianato e soprattutto di continuare a farlo con la voglia di perfezionare sempre di più produzione  e sperimentazione.
                   

Grazia Rita D’Urso

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