"Riflettori accesi" sul Santa Cecilia

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Gino De Paolis-6De Paolis (Sel): <<Non si smetta di erogare il servizio di lunga degenza>>

<<Sento il dovere di accendere i riflettori su una situazione particolarmente sensibile come quella dell’Istituto Santa Cecilia>>. E’ l’esordio del Capogruppo regionale Sel, Gino De Paolis a riguardo del noto Centro locale di recupero rieducativo e riabilitativo per persone con disabilità. <<Infatti - continua - dopo essere stato contattato dai pazienti, alla presenza degli operatori e dell’Amministrazione interna, ho avuto l’occasione di visitare il medesimo e conoscere da vicino quale importanza abbia

per i tanti che vi vivono ormai da decenni. Un punto di riferimento per persone con gravi difficoltà di varia natura, talvolta senza una famiglia alle spalle e per le quali il Centro stesso rappresenta la propria casa. Oggi - evidenzia - sembrerebbe sorgere qualche problema sulla possibilità di continuare ad erogare questo prezioso servizio di lunga degenza: la Asl Roma F starebbe man mano valutando i casi dei pazienti suddetti, giudicandoli inidonei (o meno, ndr) a sostare in tale struttura e (eventualmente) trasferendoli in altre presenti nel Comprensorio. Non è certo nella mia competenza dare un giudizio di merito sulle valutazioni fatte dall’Azienda in oggetto e non è neanche mia intenzione - precisa - A me interessa però, specialmente dopo esser stato chiamato direttamente, fare la mia parte per portare la Regione ed il Presidente, Nicola Zingaretti a conoscenza di un qualcosa che rischia di tradursi in un vero e proprio stravolgimento della vita di persone già fragili e che in quel luogo hanno trovato una dimensione familiare ed accogliente. A ciò si deve aggiungere - incalza - che detta struttura ha potenzialità enormi, ancora da sfruttare e che sarebbero una risorsa per tutto il territorio: a questo proposito, penso all’area destinata alla riabilitazione; che è, al momento, completamente inutilizzata. Un fatto che, dalle informazioni raccolte, sembrerebbe creare un disagio ai bisognosi di cure riabilitative, che devono recarsi presso altre strutture lontane, con un conseguente danno anche economico. Credo sia quindi nell’interesse di tutti, a partire dal territorio in questione, che una simile realtà sia trattata con cura, soprattutto alla luce della sua “mission” e altresì tenendo in considerazione il contraccolpo negativo che in termini occupazionali potrebbe avere il suo depotenziamento. In questo quadro - sottolinea - la sua collocazione così strategicamente vicina al mare, in un posto incantevole, è un bene per i pazienti, già fortemente in difficoltà dal punto di vista medico. Non c’è alcun dubbio che sapere che una simile collocazione è a beneficio di degenti con patologie gravi, ci rende molto più felici del pensiero che in quella stessa struttura possano mai esserci, per esempio, ospiti di un “resort” qualsiasi. E per avere una conoscenza quanto più esaustiva possibile - conclude - intendo sin da subito chiedere un incontro al Direttore-Commissario, Giuseppe Quintavalle con cui sono sicuro di poter in tal senso condividere sensibilità e preoccupazione>> 

 

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