L'acqua e "lo scotto del tergiversare"

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Giulio Agostini-Sel-Acqua-1Sel: <<Mancanza di identità di vedute all’interno dell'Amministrazione>>

CIVITAVECCHIA - Sull’ipotizzato affidamento del Servizio Idrico ad Acea Ato 2 ed il mantenimento (o meno) del carattere pubblico del medesimo, intervengono, altresì a seguito della Sentenza del Consiglio di Stato, il Consigliere Comunale ed il componente della Segretaria locale Sel, Giulio Agostini e Gennaro De Crescenzo. Ciò, in quanto

<<occorre fare un po’ di chiarezza, perché davvero sull’argomento si rischia che, da più parti, vengano operate mistificazioni ogni qualvolta, come in questo caso, si aggiunga un tassello alla già complicata vicenda>>. <<Quello che qui ci preme evidenziare - continuano - è che l’inerente Ricorso delle Associazioni trae origine dalle azioni di allora del Comune; contro i ricorrenti non abbiamo alcunchè; al contrario, riconosciamo loro il merito di aver smosso l’Amministrazione Tidei a dover assumere una decisione purchessia. Decisione - ricordano - che si è concretizzata con la nostra opposizione alla Sentenza del Tar; opposizione che ha assunto più un valore politico che di vera sostanza.  Ben altra, a nostro avviso, doveva essere l’azione della Giunta stessa non appena insediata: ribadire immediatamente l’applicazione di quanto scritto nel Programma di Coalizione, ossia la volontà di procedere alla vera ripubblicizzazione del Servizio attraverso la costituzione di un’Azienda Speciale, opzione prevista dalle norme vigenti ed assolutamente in linea con il Referendum Popolare e contemporaneamente aprire un confronto di merito con le Associazioni medesime. La nostra Amministrazione - sottolineano - paga ora lo scotto di aver tergiversato sull’argomento, principalmente a causa della mancanza di identità di vedute al suo interno, relegando al solo atto simbolico del Ricorso, appunto al Consiglio di Stato, la sua azione politica. Da non sottovalutare, per completezza di analisi e di verità, la necessità prioritaria, fin dal momento dell’insediamento avvenuto alla vigilia dell’estate scorsa, di doversi occupare delle emergenze del Settore conseguenti al disastro lasciato dalla precedente, che giustifica solo in parte l’inerzia di allora. Il riconoscimento delle ragioni altrui e dei nostri errori, dunque, sono i presupposti doverosi sui quali ribadire le nostre convinzioni e riproporre una azione che peraltro ha già avuto inizio con l’approvazione dell’Ordine del Giorno nel Consiglio Comunale dedicato specificamente alla questione e che ha ribadito la bontà delle linee programmatiche. Inoltre, uno dei “Circoli della qualità” recentemente costituiti dal Sindaco si occupa appunto di quest’ultima: esso ha già iniziato a lavorare con l’obiettivo di costituire l’Azienda di cui sopra, mentre sono sotto gli occhi di tutti gli indubbi risultati conseguiti dall’Assessorato competente e dall’Ufficio Acquedotti, capaci di invertire una tendenza negativa consolidata e garantire una stagione estiva senza problemi, a dimostrazione che, se si vuole, il pubblico è capace di funzionare come e meglio del privato. Non ci spaventa quindi che qualcuno ora possa avere la tentazione di strumentalizzare detta Sentenza come una sorta di alibi per abbandonare definitivamente la battaglia per una vera ripubblicizzazione dell’Acqua; battaglia che invece è solo all’inizio. Molti sono i fattori che confermano questo ottimismo: il risultato del Referendum in primis, che rimane una pietra miliare irremovibile per chiunque; la ritrovata convergenza in Maggioranza sull’argomento; il superamento degli Ato; la proposta di Legge Regionale per adeguare la gestione allo spirito referendario; la convinzione che entrare in Acea equivale, quello sì, ad una privatizzazione. L’ulteriore convincimento che il Servizio Idrico “Integrato”, ossia ricondotto sotto un’unica Autorità, pubblica perché interamente controllata dal Comune stesso, possa rispondere adeguatamente alle esigenze dei cittadini e sappia sottrarre tale bene comune alle logiche speculative. Quindi, la Sentenza - rimarcano in conclusione - rischia di essere una vittoria di Pirro se si scontra con la volontà del’'Ente Comunale di non tradire lo spirito referendario e di operare per la vera ripubblicizzazione. Nessuno - è il monito finale - può obbligare un Comune ad aderire all’Ambito Ottimale Territoriale; nessuno può sostituirsi al volere dei cittadini stessi>>. 

 

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