Ospedale, "serve una terapia d'urto"

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Pronto Soccorso-Insegna-1Gino De Paolis (Sel): <<A rischio i livelli essenziali di assistenza>>

CIVITAVECCHIA - Per risolvere la <<drammatica situazione in cui versa l’Ospedale della nostra città, ormai non più in grado di garantire i livelli essenziali di assistenza, occorre una terapia d’urto>>. Autore della forte dichiarazione è del Capogruppo regionale di Sel, Gino De Paolis, a seguito di un recente sopralluogo effettuato di concerto al Consigliere comunale, Giulio Agostini. <<I tentativi, pur necessari e positivi per tamponare le continue emergenze, come ad esempio la proroga dei contratti dei precari - rimarca subito - appaiono palliativi; inadeguati a fronteggiare una situazione che di giorno in giorno si fa più pesante.

Basti pensare, infatti, che detto nosocomio, oltre al già sovradimensionato bacino territoriale di competenza, si fa carico delle migliaia di croceristi che, nel periodo estivo, sbarcano in città. Abbiamo risposto alla sollecitazione di cittadini e operatori, visitandone i vari Reparti, dove ho potuto toccare con mano ciò che era peraltro già noto. In particolare, in quello rinnovato del Pronto Soccorso, primo punto di riferimento e contatto per la cittadinanza che ha bisogno di cure, ed in cui mancano, di fatto, almeno quattro o cinque Medici. Dell’organico disponibile sulla carta, difatti, non viene considerato dalla programmazione prevista dal Piano regionale di rientro, che più della metà risultano o in aspettativa, in servizio a tempo determinato presso altri Ospedali, o in limitazioni di vario tipo; tutte legittime e di diritto, che però di fatto rendono il suddetto depotenziato, determinando un sovraccarico di lavoro a quelli in servizio, obbligati inoltre ad effettuare doppi turni>>. Ma, a detta dello stesso De Paolis, a destare preoccupazione è il complesso: <<Medicina, Chirurgia Vascolare, Oculistica, Laboratorio Analisi, Ambulatori; non c’è un Reparto che non lamenti carenze croniche di Personale infermieristico e medico - tuona - E’ evidente che in queste condizioni il rischio di commettere errori in professioni difficili e delicate come quelle sanitarie, aumenta; come accresce, da parte degli operatori ormai stanchi e stressati, la paura a loro volta di sbagliare. La cornice a questo quadro estremamente critico è fatta - spiega ancora - di oltre 200 figure in meno nell’arco di cinque anni, da tanti tagli lineari effettuati in una delle Asl più povere del Lazio e dall’accorpamento con Bracciano che ha ampliato il citato bacino, aggravando il tutto. A ciò si assomma la perdita di unità lavorative, dovuta a Personale con prescrizioni, diritti legittimi e insopprimibili, che, se pur fisiologicamente presente in qualsiasi struttura sanitaria, diventa gravissima in una di tal genere. Quanto descritto - prosegue - riguarda appunto e quasi esclusivamente il Personale, che è al momento la criticità più immediata, ma resta evidente che un’intera Azienda Sanitaria è penalizzata sotto tutti gli aspetti, a partire dalla quota capitaria e dal numero di posti letto, con il solo primato negativo di essere l’ultima nella Regione con molto distacco dalle altre>>. Questa, <<la realtà oggettiva e inconfutabile>> evidenziata dal nostro interlocutore isituzionale. <<Personalmente - aggiunge - fin da momento dell’insediamento, ho sollevato agli Organismi competenti tutte le criticità esistenti. Nel contempo, l’attuale Commissario Straordinario, Dott. Giuseppe Quintavalle, per la parte che gli compete, sta remando nella stessa direzione e lo stesso faranno i Responsabili del Comune. Serve restare uniti; andare alla Pisana tutti insieme e pretendere il giusto ristoro ad una ingiustizia non più tollerabile. Da parte mia, essendo componente di Maggioranza, continuerà l’impegno per mantenere accesi i riflettori sulla questione ed invertire la tendenza negativa, chiedendo intanto che l’organico venga ripianato con almeno 15 unità subito, Piano di rientro o no: sono i cittadini di un intero Comprensorio a chiederlo - conclude - è la logica a pretenderlo>>.

 

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