Dove non arrivano gli "angeli"

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Un’attività per certi versi lodevole - la loro - ma che, in una città come la nostra (con troppi volutamente impegnati a far “gnente”), rischia di divenire in più casi - da volontario supporto - sostitutivo lavoro. Infatti, mentre dei volontari (che qualcuno si è spinto a definire finanche “angeli”)

muniti di ramazza e quant’altro di occorrente (peraltro generosamente donato da altri nostri concittadini) si addentra in varie zone degradate da incuria e lassismo, ecco invece che proprio alcuni tra coloro di dovere (parola, quest’ultima, ormai quasi sconosciuta...) rimangono letteralmente con le mani in mano. Ieri, ore 13.00 circa, al Parco della Resistenza, gli ennesimi esempi di una formula - quella pensata per le Municipalizzate cittadine ed in tal modo supportata - che non può funzionare. Salvo, ovviamente, voler prendere in giro moltissimi contribuenti. Oltre ai cumuli polverosi di aghi di pino, grossi rami secchi a terra e bisogni di quei cani che in diversi - nonostante la presenza di un Dog Park interno  - si ostinano a far bighellonare in altre aree, individuati mucchi e mucchi di monnezza.  In particolar modo, bottiglie e lattine di birra vuote, ricordo di usuali “movide” (e chissà cos’altro…) in un Parco aperto anche in piena notte e dunque, pressoché alla completa mercé di ognuno. “Angeli”, ci pensate di nuovo voi?

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