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Odoardo Toti controreplica ad Ercole Di Giorgio sul Monumento dedicato all’ArmaCIVITAVECCHIA - Non si placa il dibattere sul Monumento all’Arma recentemente posizionato nell’area della Fortezza Bramantesca ( o, se si preferisce, Forte Michelangelo ). A controreplicare in merito è Odoardo Toti: <Al Presidente della Sezione civitavecchiese della Associazione Nazionale dei Carabinieri, Ercole Di Giorgio, mi sento di dare una risposta cruda e sincera a quella che impropriamente considera una querelle da me avviata contro “la Storia dei Carabinieri e dentro la storia dello Stato e dei territori”. Il detto “Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire” potrebbe essere parafrasato “non comprende chi non vuole comprendere e non comprende chi non sa comprendere”. Innanzi tutto devo ricordare che, non per mera combinazione, porto un cognome che è l'emblema della fedeltà allo Stato ed alle Istituzioni, dell'amore per la Patria, e quindi a maggior ragione per l'Arma, che Lei, Sig. Presidente, si sente in dovere di difendere da un attacco inesistente; nulla al riguardo ha da insegnarmi. Ripeto, questa opera, indubbiamente significativa secondo l'interpretazione dell'artista, non simboleggia le vicende gloriose di un nostro passato, ricco di preziosi interventi di Pontefici e rinomati Architetti, di personaggi illustri, eccellenti navigatori e Santi, forse ignorati dal responsabile o dai responsabili di tale, strana soluzione. Il problema che mi costringe a questo franco intervento è che, ancora una volta, non si è voluto sentire un preventivo parere, non certo vincolante, ma doveroso, per il rispetto dovuto agli ambienti culturali cittadini e, forse per ignoranza, dei nostri ancestrali sentimenti ( dei civitavecchiesi ). Chiaro? Ricordo che la Storia è maestra di vita ed in questo assioma è racchiuso il mio inattaccabile parere che i simboli della nostra città gli storici non li impongono ma li illuminano; e proprio chi ignora il passato rischia di rubare il futuro delle nostre nuove generazioni. L'enfasi delle parole spese per illuminare le benemerenze dell'Arma sono ai miei orecchi spese inutilmente, per i motivi che ho premesso. Il problema resta quello della inopportunità del posizionamento che non ha alcuna attinenza con la storia della nostra città e con la vetustà degli edifici che avvolgono l'opera. Non si tratta di una provocazione ma di aver esternato liberamente il pensiero di tanti concittadini attenti ai valori di un sentimento di religioso rispetto per la nostra storia. Perché, in quel luogo, non una statua di Giacinto Bruzzesi o Pietro Guglielmotti, Alessandro Caldi, San Vincenzo Strambi, Cesre Laurenti o di Alberto Guglielmotti? Per ricordare un passato che insegni ai giovani quanto dobbiamo ai nostri predecessori ed indichi la via dei loro esempi, per imitarli. Lei termina dichiarando che “a forza di voler guardare indietro abbiamo trasformato questa società in una massa confusa senza presente” ma Lei stesso non inneggia forse al passato ultrasecolare dell'Arma? A me sembra una spiacevole contraddizione>>. |
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