"Ritratto istoromanzico"

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Libro-Pietro Arata-Ritratto istoromanzico-1Alla riscoperta delle nostre radici con Arata e Toti

CIVITAVECCHIA - Evento straordinario in programma per quest’oggi a partire dalle 17:30 presso la Sala Convegni della Biblioteca Comunale sita in Piazza Calamatta. Si terrà infatti la presentazione di “Ritratto istoromanzico della venuta in Civitavecchia di Papa Clemente XIII. L'anno 1762. Scritto da Pietro Arata dilettante civitavecchiese; da occultarsi in sua Vita agl'Occhi altrui. Proibito dal Compositore, onde non debba leggersi da nessuno”. In tale occasione sarà presente l’autore, lo Storico Enrico Ciancarini e l’editore Andrea Giannasi (Propettiveditrice); inaugurerà i lavori

il Delegato competente Mario Michele Pascale. La pubblicazione del testo, il cui manoscritto si trova nella biblioteca privata di Antonio Sabbatini, è a cura del Dott. Odoardo Toti. <<Con gli occhi di Arata - ci spiega lo stesso Giannasi - il lettore scoprirà i momenti salienti riguardanti la visita del Pontefice, con chiari riferimenti al popolo ed alla vita cittadina di allora. Ciò, altresì tra parate militari, coloriti festeggiamenti ed i tanti luoghi visitati nella nostra cittadina marinara tra cui la fortezza ed il Porto stesso dove il medesimo inaugurò la splendida galea Capitana San Carlo, imbarcazione costruita nell’arsenale. Da questo scritto emerge una Civitavecchia inedita, anteriore a quella raccontata da Stendhal e probabilmente più genuina, popolare, bella, grazie anche alle giornate festive concesse proprio in onore di Clemente XIII>>. Tra le tantissime particolarità, presente la lista completa dei doni offerti al detto Papa. Ad esempio, il Duca Grillo di Paolo donò, tra le altre cose, “24 presciutti, uno storione e due casse di vino di Firenze. Il Marchese Parizi, un bacile di caffé, uno di cioccolata, uno di pistacchi, uno di zucchero in pane. Il Cardinali Oddi, Vescovo di Civitavecchia, ben 24 pollastri, due pavoni, dodici faggiani, sei galline di faraone, un bacile di ostriche, uno detto con otto conigli, e molto altro ancora. E il Papa contraccambia donando a Monsignor Acquaviva, commissario generale del mare, numerose vivande e vini e al Cav. F. Miniato Ricci, comandante della squadra pontificia: li simili. Alle ciurme composte da forzati e schiavi invece viene data una minestra, una libra di carne, una foglietta di vino, per ogni giorno a ciascuno per quesi giorni che commorò in Civitavecchia”. Doni anche per gli Ospedali, ai Padri Domenicani, alla Parrocchia, ai Padri Cappuccini. Il Papa fu così contento che quando tornò a Roma dispose che il Governatore generale di Civitavecchia, Monsignor Ripante, prendesse il Vescovato di Orvieto. Concesse perfino la “libertà aggraziata settimanalmente a vari forzati che fra tutti si calcola il numero completo di cento”; e infine a Filippo Catanzaro, capo mastro cordaro, “fé pervenirle una grossa medaglia d'argento dorato, col conio da una parte del busto di Nostro Signore e dall'altro il pontefice in ato di passare dal magnifico ponte su la nave S.Carlo in Civitavecchia”. Infine alla Compagnia della Morte concesse “l'indulgenza plenaria nella cappella della Madonna de 7 dolori in tutti i venerdì dell'anno”. <<Nel libro in oggetto - conclude l’editore medesimo - vi sono molte altre descrizioni che dipingono il quadro di una Città dal volto unico e raro>>.

 

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