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“Essere una lampada che arde”

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L'invito del Vescovo in occasione della riapertura della Chiesa di San Giovanni Battista

CIVITAVECCHIA - Inaugurata poco fa la riapertura della Chiesa di San Giovanni Battista. Un nuovo punto di riferimento per la Comunità cittadina e della Diocesi. Autorità cittadine, religiose,

il parroco Don Cono Firringa, Amministratori quali il Sindaco Antonio Cozzolino e la Vice Sindaca Daniela Lucernoni, la Capitaneria di Porto rappresentata dalla Sottotenente di Vascello Nicoletta Senese, una delegazione dell'Ordine dei Cavalieri di Malta e tanti altri ancora. Ricordiamo la stessa essere stata un edificio sacro realizzato nel XVII secolo grazie al finanziamento di Terenzio Collemodi, a favore dell'Ordine suddetto. Successivamente venne acquistata dal Marchese Vincenzo Calabrini, dopo passò alla Confraternita del Ss. Nome di Dio (metà del XIX sec.), poi ai Padri Domenicani (dalla metà del XX sec.) ed infine, quest'oggi - riprendendo le parole del Vescovo - viene aperta alla Comunità cittadina e alle Associazioni in un'ottica di condivisione. Il Dott. Massimo Magnano di San Lio (Comunità di Sant'Egidio) ha dichiarato: <<Oggi inauguriamo questa Chiesa. Grazie al Vescovo che ci ha dato questa casa, al Prof. Giovanni Insolera per aver diretto i lavori ed allo Staff che ha collaborato. Una casa che ospita una famiglia, che vuole essere un luogo dove incontrare Dio. Per noi l'amicizia è una risorsa importante, se non ci fosse la vostra stima non potremo nulla.>> Le profonde parole di Monsignor Luigi Marrucci: <<La casa ce l'ha data il Signore ed è il nostro corpo. Se c'è la facciata ma è marcio dentro l'interno si disfa. La dignità è la bellezza del tuo essere. Bisogna essere una lampada che arde e risplende sempre, costi quel che costi. Il Padre è superiore al maestro e le opere testimoniano l'amore. Le opere devono rivelare l'amore per Dio e l'umanità; quest'ultima ne ha bisogno. Cari amici, il nostro agire non deve essere primeggiare ma fare gesto di attenzione e cura verso il prossimo, altrimenti si è egoisti ed autoreferenziali. La Comunità di Sant'Egidio è amata da Dio, vivete in pienezza il messaggio di quest’ultimo, nutrite la vostra vita in Dio senza essere autoreferenziali; perché possiate condividere questa Chiesa insieme a tutte le Comunità e le Associazioni. Solo insieme sarete degli orchestranti diretti da Dio, il Maestro d'orchestra.>> Insolera ne ha ripercorso in flash la storia: <<Il suo fondatore fu un personaggio importante per Civitavecchia. Vicino alla medesima fu costruita anche una commenda. La struttura fu edificata fuori dalle mura medievali e rappresentò un'importante innovazione urbanistica. Ebbe la funzione di far crescere la Comunità. Nel 1828 venne acquistata dal Marchese suddetto e divenne una cappella di famiglia. Alle pareti ci sono i nomi delle persone sepolte. Dalla seconda metà dell'Ottocento passò alla Confraternita richiamata. Nel bombardamento del 14 maggio del 1943 cadde una bomba che ne danneggiò il tetto e la volta. Il 23 giugno del 1950 venne fatta una gran festa e la Chiesa venne riaperta con la sua funzione. Fu sede dei Padri Domenicani, che rimasero in città fino agli anni '70. Questa è la quinta fase, con realtà nuove; basti pensare anche il quartiere abitato da tanti stranieri. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato al restauro finanziato dalla Cei: l'Ing. Giuseppe Solinas, l'Architetta Valentina Ferrari e la Ditta che ha eseguito i lavori.>>

Servizio esclusivo e foto di Sara Fresi - Riproduzione riservata

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