“Restiamo a casa”, ma non soli

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Associazioni di volontariato del Lazio sempre vicine a chi è in difficoltà

ROMA / CIVITAVECCHIA - CSV Lazio: <<Il volontariato, anche ai tempi del Covid 2019, resiste e continua a impegnarsi - nel rispetto delle regole e delle norme – per non lasciare sole le persone in difficoltà

e per fare in modo che il “distanziamento sociale” non si tramuti in solitudine e disperazione. Ne è una dimostrazione la mappa che è presente sul portale del CSV Lazio, www.volontariato.lazio.it, dove è stata attivata una sezione interamente dedicata alle informazioni utili e agli aggiornamenti dalle associazioni  e dove si trovano raccolte, per ogni provincia, le notizie su ciò che stanno facendo. È vero, non ci può più incontrare fisicamente, e quindi sono saltati tanti eventi, ma anche tante attività strutturali e continuative - laboratori, luoghi di incontro e accoglienza, percorsi di formazione o di socializzazione - sono state inevitabilmente sospese. Questo ha creato ulteriori problemi e bisogni, che si sono sommati a quelli che già esistevano prima dell’epidemia: disabili che vedono interrotti percorsi di integrazione, persone con disagio mentale costrette a sospendere attività terapeutiche, famiglie con difficoltà relazionali costrette a convivere in spazi ristretti, eccetera. E naturalmente, anziani che non possono più incontrare i famigliari, bambini che non possono andare a scuola e giocare con gli amici, persone sole che si trovano ancora più isolate. Anche la Regione Lazio ha raccolto le richieste provenienti dal mondo del volontariato e con l’Ordinanza del 20 marzo 2020 “Indicazioni sulle attività e mobilità dei volontari”, ha voluto fornire una cornice indispensabile, che permettesse ai volontari di recarsi laddove c’era bisogno, portando farmaci o viveri, aiutando le persone più vulnerabili. Le associazioni del Lazio, grandi e piccole, stanno raccogliendo la sfida, cercando di contemperare la necessità di rispettare le norme e la volontà di essere utili: tengono attivi numeri di emergenza (per esempio quelli per le donne che subiscono violenza), riorganizzano servizi tradizionali (come la distribuzione di cibo ai più poveri), ne inventano di nuovi.>>.

Possiamo individuare quattro filoni principali di impegno.

1. Ascolto e sostegno telefonico
C’è chi offre ascolto telefonico a chiunque abbia l’esigenza di parlare del proprio stato psicologico. Altre associazioni invece si rivolgono invece a target più specifici, quelli a cui si rivolgono ordinariamente: famiglie con soggetti autistici, malati di Alzheimer o di altre malattie rare o invalidanti. E poi continuano ad operare i numeri attraverso i quali le associazioni che si occupano di donne che subiscono violenza offrono ascolto e supporto.

2. Consegna della spesa e dei farmaci a domicilio
Un po’ su tutti i territori ci sono associazioni - e a volte anche singoli cittadini - che si sono resi disponibili per questo servizi, svolto in modo gratuito e nel rispetto delle norme di sicurezza

3. Consegna pacchi e beni di prima necessità ai poveri
Continua questa forma di sostegno alle famiglie più povere, proposta da organizzazioni grandi e piccole. Le richieste, di questo tipo di sostegno, tra l’altro, aumentano, man mano che la crisi sanitaria si trasforma in crisi occupazionale. Le mense dei poveri hanno dovuto rinunciare a servire pasti al tavolo, per ripiegare sul cibo da asporto, ma continuano ad essere un punto di riferimento per i più poveri.

4. Aiuto compiti e supporto ai bambini
Il volontariato non dimentica i bambini, soprattutto quelli con maggiori difficoltà, per esempio perché disabili. Ci sono associazioni che mettono i propri volontari a disposizione online per lo svolgimento dei compiti a casa, oppure propongono attività e letture. C’è anche chi, attraverso la propria pagina Facebook propone tutorial destinati ai ragazzi disabili.

<<Sono soltanto alcuni esempi ed a tutto questo bisogna poi aggiungere le associazioni di Protezione Civile, che dopo aver montato davanti agli Ospedali le tende pre-triage restano disponibili per i più diversi impieghi (ad esempio, a Gaeta collaborano con la Polizia Municipale per controllare le strade). E bisogna aggiungere tutte quelle che si occupano di raccolta sangue: nel Lazio scarseggia sempre, ma in questa emergenza ce n’è ancora più bisogno, e le associazioni si stanno impegnando a fondo per mobilitare i donatori. Anche CSV Lazio sta riprogrammato le sue attività continuando a sostenere le associazioni fornendo consulenze, aiutandole a mettersi in rete tra loro e con la Pubblica amministrazione, aiutandole a trovare nuovi volontari, comunicando quello che fanno. Anche la rivista on line Retisolidali.it propone storie e approfondimenti sul tema>>.

Link relativo alla mappa interattva: http://www.volontariato.lazio.it/covid19/covid.asp

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