Testimonianze dalla "Peace Boat"

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Peace Boat-Convegno al Forte Michelangelo-1Racconti altresì densi di voglia di ricominciare

CIVITAVECCHIA - Convegno partecipato quello svoltosi ieri pomeriggio al Forte Michelangelo ed avente come ospiti i passeggeri della “Peace Boat”. Una consistente delegazione proveniente dal Giappone e non solo, tra cui Funzionari dell’Ambasciata Giapponese in Italia, i nostri Colleghi del Quotidiano “Yomiuri Shinbun”, testimoni diretti dello scoppio della bomba atomica Mk.1 alle ore 08:16 del 6 agosto 1945

( la “Little Boy” sganciata dagli americani in territorio nipponico, ad Hiroshima ) e, tre giorni dopo, di quello di una seconda, la Mk.2 ( “Fat Man” ) su Nagasaki. Altresì presenti testimoni del terribile Tsunami del 2011 che, con grande coraggio, hanno raccontato alla platea tragedie e devastazioni subite dal punto di vista sociale, economico ed affettivo in prima persona e sulla propria pelle. Ed in rappresentanza della nostra Amministrazione Comunale, gli Assessori Sergio Serpente e Silvia Brusciotti ed il Consigliere Ismaele De Crescenzo. Relatrice dell’evento la Dott.ssa Carla Celani, Delegata ai Gemellaggi, che ha appunto invitato i superstiti suddetti a narrare i fatti accaduti. Una donna: <<Il giorno stesso dello tsunami ero a lavoro, vicino al Porto. Le scosse sono durate alcuni minuti, non era possibile stare in piedi e le porte interne non si aprivano; i muri erano crollati e le strade erano spaccate. Io ed i colleghi siamo saliti in cima all’edificio della fabbrica ( 8 piani ). Circa 30 minuti di scosse, preludio dell’arrivo del medesimo. Ho visto emergere dalle onde, dal fondo del mare, una nave merci. Quel giorno aveva nevicato, faceva freddo ed inoltre mancava la corrente. Per tutta la notte abbiamo sentito rumori distruttivi: edifici che venivano giù, scontri d’auto, scosse di assestamento e sirene che suonavano. Eravamo impossibilitati ad ottenere delle informazioni. Non riesco a dimenticare le voci delle persone che chiedevano soccorso; ero colpita dalla mia impotenza. Penso che dopo un disastro di questo genere sia stato importante applicare la saggezza antica, la solidarietà tra persone, la condivisione delle cose, lo scambio informativo e darsi reciprocamente del coraggio. Dopo mezzo anno da questo evento avevo un senso di vuoto. Sono riuscita a ritrovata il senso di vivere al di fuori delle cose materiali. Mi ha salvato l’attività teatrale attraverso cui ho avuto modo di conoscere molte persone. Adesso che sono passati circa due anni e mezzo, siamo agli inizi della ricostruzione: ancora stanno disfacendo gli edifici e ci vorrà ancora un po’ di tempo. Io sono riuscita ad affrontare in modo positivo la vita, ma ci sono persone che, per motivi economici ma anche psicologici, non riescono ad andare avanti. D’ora in poi vorrei fare amicizia con le persone  per creare rapporti di cooperazione, per trasmettere l’importanza di salvare la vita >>. Un uomo: <<In quel momento lavoravo in una fabbrica. Sentii delle terribili scosse ed anche il pericolo e d’istinto mi sono accovacciato. Appena smesse le scosse, rimasi unito ai colleghi; non riuscivo a ragionare, a pensare. In città c’erano incendi vari ed il cielo era rosso, fu davvero terribile. Persi mia nonna e il mio fratellino. Ero impossibilitato a rassegnarmi, mi attivai: collaborai nella distribuzione dei pasti e nell’organizzazione di eventi di intrattenimento e musicali. In queste situazioni, l’unica cosa importante da salvare è la vita>>. Successivamente è stato mostrato al pubblico uno striscione fatto dai ragazzi di Hishinomaki. I racconti sono continuati con le testimonianze dei bombardamenti del ’45 <<Avevo 17 anni quando fu sganciata la bomba atomica - commenta un anziano - 900 furono le persone che morirono in 10 giorni. Ero a circa 4,5 chilometri; ero illeso, ma dopo una settimana ebbi la febbre altissima e fui ricoverato. Tutti eravamo esposti a radiazioni molto forti; mia madre morì per questo motivo. Nel 2011 ero a Roma per una manifestazione contro il Nucleare, ho un buon ricordo di quell’esperienza. Motivi per cui sono contro: 1. Non sappiamo come fare contro i rifiuti nucleari; 2. La centrale è legata alla produzione di armi nucleari; 3. Se la centrale perde delle radiazioni vi sono le contaminazioni e molti altri, conseguenti problemi>>. A seguire, il Capo Delegazione: <<Da quando è venuta la Nave della Pace a Civitavecchia sono passati 20 anni, la visita del primo Giapponese risale a 400 anni fa. In tal senso vorrei rivolgere l’invito a mantenere i contatti>>. E dopo un momento di consegna di stampe raffiguranti la nostra Città agli ospiti del Paese del Sol Levante, l’intervento conclusivo del Senatore Francesco Martone (Sel): <<Importante aderire al progetto di abolizione di armi nucleari dal nostro Paese; già 400 Comuni ne fanno parte>>. 

 

Servizio e foto di Sara Fresi ( proprietà riservata )

 

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