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Foibe, “Oggi lo Stato ricorda”

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Il Vice Sindaco di Civitavecchia: <<E' doveroso ricostruire quanto è realmente accaduto>>

CIVITAVECCHIA - Domenica mattina al Parco “Martiri delle Foibe” è stato celebrato il Giorno del Ricordo. Presenti Autorità civili, militari e religiose, Associazioni combattentistiche e d'arma e diversi altri concittadini.

Tra questi ultimi, congiunti del compianto Marino Zonta (ivi comprese la moglie Annina Citriani e la nuora Cristna Nocchi) che hanno letto una poesia e un altro significativo scritto) e la Dott.ssa Roberta Galletta, la quale, oltre a rammentare alcuni passaggi storici, ha spiegato il legame profondo tra quei profughi e la nostra Città. Questo, il pensiero del Vice Sindaco Daniela Lucernoni. <<Con la legge n. 92 del 2004 il Parlamento italiano, a quasi sessant'anni dagli eventi, ha stabilito che "la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale". Con un ritardo per molti versi incomprensibile, si è avuta una presa di coscienza pubblica di eventi drammatici della nostra Storia nazionale: tra il 1944 e la fine degli anni Cinquanta, gran parte degli italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia furono costretti ad abbandonare la propria terra. Oltre 300.000 persone, appartenenti a ogni classe sociale, furono costrette a fuggire per salvare la propria vita. Mentre i profughi iniziavano un faticoso cammino per conservare la propria identità storica e culturale in una rete di solidarietà, il loro dramma venne coperto dal silenzio di Stato, teso a rimuovere una delle pagine più tragiche della nostra comunità nazionale, in gran parte dispersa. Oggi lo Stato ricorda, perché il dolore e la morte non hanno colore e non si annullano nella contrapposizione, ma si moltiplicano ed è opportuno fare testimonianza di vicende che non vorremmo che fossero vissute di nuovo. Ed è per questo che non è possibile fingere che non sia accaduto nulla, che migliaia di Italiani uccisi e gettati nelle grandi fenditure carsiche e centinaia di migliaia di persone costrette ad abbandonare le loro case non costituiscano un dramma nazionale di dimensioni immense. E' doveroso ricostruire quanto è realmente accaduto, analizzando le cause che hanno portato all'accadimento di tali avvenimenti dolorosi. Il nostro dovere e di tutte le Istituzioni è continuare a trasmettere alle nuove generazioni il monito di queste vicende per rendere più salda la democrazia nel suo cammino di crescita verso un futuro di pace e di piena integrazione fra le Nazioni e fra i cittadini. È questo il modo per onorare quanti hanno perso la vita, gli affetti, i loro beni. Ricordiamo quindi oggi i martiri delle foibe ed i profughi per restituire giusta memoria ad una delle tante tragedie che hanno caratterizzato il secolo scorso e la nostra Nazione perché da quella storia,che è storia degli Italiani, riceviamo un insegnamento e una spinta all'unità che ci aiuteranno ad essere cittadini italiani più consapevoli.>>

Servizio e foto di Pietro Cozzolino

 

 

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