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"Rifiorire di studi e interessi"

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Via Francigena Carlo De Paolis 3Alcune notazioni del Prof. Carlo De Paolis su Civitavecchia e la Via Francigena

CIVITAVECCCHIA - A specifico riguardo della nostra Campagna di sensibilizzazione atta a valorizzare il tratto di Via Francigena passante nel territorio di Civitavecchia, dal Prof. Carlo De Paolis riceviamo ed integralmente pubblichiamo: <<Questo breve intervento vuole essere

un contributo iniziale di parte civitavecchiese al rifiorire di studi e interessi per quel tracciato stradale medioevale denominato via di Monte Bardone ( periodo longobardo ), poi via Francigena ( epoca carolingia ) e infine via Romea ( sec. XIII ). Asse viario oggi indicato, nella sua complessiva storia e configurazione, con la denominazione di via Francigena. Con l’oronimo “Monte Bardone” si indicava gran parte dell’Appennino tosco-emiliano, per estensione geografica dell’omonimo passo ( oggi “della Cisa” ) che serviva a collegare Pavia, capitale del regno longobardo, alla Tuscia e ai ducati meridionali mediante un tracciato stradale al sicuro dalle incursioni bizantine. A questo percorso erano complementari alcuni itinerari marittimi, alternativi e/o integrativi che polarizzavano il movimento dei passeggeri su Luni, e poi su Pisa, in Toscana, e su Centumcellae / Civitavecchia nella spiaggia romana. L’esistenza di un collegamento stradale tra Centumcellae / Civitavecchia e la via di Monte Bardone risulta, oltre che da fonti letterarie, dalle tracce toponomastiche di origine longobarda: in primo luogo il toponimo specifico “Bardone” o Baldone che contraddistingue una vasta zona dei Monti della Tolfa, percorsa da antichi tracciati stradali diretti verso i due guadi del fiume Mignone, conosciuti col nome di “Passo di Viterbo” ( nei pressi di Grotta Pinza ) e “Mola” ( in località Riparossa ). Nasce spontanea la deduzione che la strada diretta verso il Mignone, per attraversare il territorio blerano e confluire nella via di Monte Bardone, sia stata chiamata essa stessa “di Monte Bardone” ( cioè strada che conduce a / che proviene da Monte Bardone ), originando il toponimo Bardone / Baldone che si trova già indicato nei catasti rustici del territorio di Tolfa redatti nel 1777 e nel 1886. Si tenga anche presente che a occidente del Passo di Viterbo, sulla sponda del Mignone che fronteggia il territorio di Blera, tra poggio del Finocchio e il Casalone, esiste una località denominata “Costa Lombarda”, dove è stato localizzato un complesso funerario monumentale, costruito a secco con grossi blocchi di pietra locale. E che Blera, conquistata da Liutprando nel 739 e da Desiderio nel 772, costituì sempre la zona di frizione fra Tuscia romana e Tuscia longobarda. Ancora più a ponente esistono i due siti, anticamente chiamati con nomi di origine longobarda attestati dal IX al XVII secolo, di “Monte Gosberto” e “Gualdo” citati come possedimenti del monastero e poi azienda agricola di Santa Maria sul Mignone. Tutti questi elementi inducono a individuare la zona del territorio tolfetano denominata Baldone / Bardone come un punto strategico del tracciato che collegava Centumcellae con la dorsale di Monte Bardone presso Viterbo. Non si deve dimenticare che in quel momento storico Centumcellae costituiva un importante polo di attrazione: città grande e popolosa, non toccata dalla situazione di generale decadenza dell’impero romano, e con un porto che manteneva inalterata l’importanza militare e commerciale dei secoli passati come fanno fede Rutilio Namaziano e Procopio di Cesarea. Dopo la sconfitta dei Goti, Centumcellae rimase il punto avanzato del Ducato Romano per le spedizioni militari da effettuare nella Tuscia longobarda. Ed anche nell’VIII secolo, mentre facevano la prima comparsa gli abitanti fortificati di Barbarano, Castrum Beturbi ( o Viterbi ) e Corneto, Centumcellae era nel pieno dello splendore: nell’anno 749 le sue mura, fatte restaurare nove anni prima da Gregorio III, resistettero all’assedio del re dei longobardi, Astolfo. E’ noto che Centumcellae continuava ad essere un centro importante anche in epoca carolingia e che decadde solo dopo le distruzioni saracene IX secolo.>>

Nella foto di Sara Fresi, il noto Storico locale

 

 

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